Partendo dagli scritti giovanili per arrivare alle riflessioni mature del carcere, il pensiero di Antonio Gramsci – oggi uno degli autori italiani più tradotti e studiati nel mondo – viene qui messo a confronto con alcuni dei protagonisti della storia nazionale, in “medaglioni” che costituiscono altrettanti tasselli del “mosaico Italia”: Dante e Machiavelli, Guicciardini e Foscolo, Garibaldi e Vittorio Emanuele II, De Sanctis e Verdi, Carducci e Pascoli, Croce e Gentile, D’Annunzio e Pirandello, Mussolini e Gobetti…
Nel “colloquio” critico con letterati, pensatori, politici, giornalisti di ogni epoca, si conferma l’eccezionale cultura e perspicacia dell’intellettuale sardo, nei cui scritti dimensione storiografica e analisi politica dialogano fecondamente: i ritratti costruiti in questo originale volume vanno così a compiere una ricognizione della molteplice e multiforme identità di quell’Italia frammentata che da secoli tenta di raggiungere una vera dimensione unitaria.
- Premessa (p. ix-x)
- Abbreviazioni (p. xi-xii)
- Antonio Gramsci: l’italiano, di Angelo d’Orsi (p. xiii-xxxvi)
- Dante Alighieri: il «genio nazionale», di Pietro Daniel Omodeo (p. 1-8)
- Francesco Petrarca: l’intellettuale cosmopolita, di Laura Mitarotondo (p. 9-14)
- Girolamo Savonarola: il «profeta disarmato», di Laura Mitarotondo (p. 15-21)
- Niccolò Machiavelli: la «grande politica», di Michele Filippini (p. 23-32)
- Francesco Guicciardini: la cura del «particulare», di Renato Caputo (p. 33-40)
- Roberto Bellarmino: il grande inquisitore, di Pietro Daniel Omodeo (p. 41-47)
- Giambattista Vico: la «filologia vivente», di Alessandro Carlucci (p. 49-57)
- Vincenzo Cuoco: gli insegnamenti della «rivoluzione passiva», di Rosalinda Renda (p. 59-66)
- Ugo Foscolo: icona della retorica nazionale, di Eleonora Forenza (p. 67-74)
- Alessandro Manzoni: paternalismo cattolico e «bonarietà ironica», di Jole Silvia Imbornone (p. 75-82)
- Antonio Bresciani: il gesuita reazionario, di Jole Silvia Imbornone (p. 83-88)
- Vincenzo Gioberti: il clericale «giacobino», di Danilo Ruggieri (p. 89-99)
- Carlo Cattaneo: il federalista democratico, di Domenico Mezzina (p. 101-107)
- Giuseppe Mazzini: l’ideologo irrealista, di Rosalinda Renda (p. 109-116)
- Giuseppe Garibaldi: un rivoluzionario al servizio dei moderati, di Gianfranco Ragona (p. 117-122)
- Camillo Cavour: il «grande statista», di Salvatore Prinzi (p. 123-128)
- Giuseppe Verdi: il «nazionale-popolare» in musica, di Alessandro Errico (p. 129-135)
- Francesco De Sanctis: letterato e «uomo di Stato», di Vito Santoro (p. 137-146)
- Francesco Crispi: un giacobino «deteriore», di Marco Albeltaro (p. 147-152)
- Carlo Pisacane: il capo militare rivoluzionario, di Gesualdo Maffia (p. 153-158)
- Vittorio Emanuele II: l’idea del Risorgimento, di Antonella Agostino (p. 159-162)
- Giosuè Carducci: tradizione classica e germi della reazione, di Antonella Agostino (p. 163-166)
- Cesare Lombroso: salvare l’uomo, non la sua «scienza», di Duccio Chiapello (p. 167-172)
- Giovanni Verga: un freddo sguardo sul popolo, di Domenico Mezzina (p. 173-177)
- Giovanni Giolitti: un «Machiavelli in sessantaquattresimo», di Giovanna Savant (p. 179-186)
- Antonio Labriola: scienziato del materialismo storico, di Francesca Chiarotto (p. 187-192)
- Giustino Fortunato: meridionalista conservatore, ma illuminato, di Giacomo Tarascio (p. 193-198)
- Vilfredo Pareto: il più leale degli avversari, di Luciana Aliaga (p. 199-204)
- Luigi Cadorna: da Caporetto al caporettismo, di Leonardo Pompeo D’Alessandro (p. 205-210)
- Alfredo Oriani: l’intellettuale di provincia, di Domenico Mezzina (p. 211-217)
- Antonio Salandra: un epigono della borghesia liberale, di Danilo Ruggieri (p. 219-226)
- Giovanni Pascoli: casto socialista e «colonialista di programma», di Jole Silvia Imbornone (p. 227-234)
- Achille Loria: pietà per la sua scienza, di Gianfranco Ragona (p. 235-242)
- Filippo Turati: il lorianismo in politica, di Alexander Höbel (p. 243-247)
- Gaetano Mosca: un liberale dilettante, di Francesca Chiarotto (p. 249-253)
- Gabriele D’annunzio: un fenomeno sociale, di Antonella Agostino (p. 255-261)
- Alfredo Panzini: la faciloneria di un linguista, di Alessandro Carlucci (p. 263-269)
- Luigi Pirandello: un «ardito del teatro», di Jole Silvia Imbornone (p. 271-282)
- Benedetto Croce: la sfida per l’egemonia, di Chiara Meta (p. 283-293)
- Francesco Saverio Nitti: il fallimento della classe politica liberale, di Francesco Altamura (p. 295-300)
- Gaetano Salvemini: i limiti dell’antigiolittismo, di Antonia Lovecchio (p. 301-308)
- Luigi Einaudi: dell’utopia liberale, di Giovanna Savant (p. 309-316)
- Emma Gramatica: l’attrice-poetessa fuori del mercato, di Yuri Brunello (p. 317-322)
- Filippo Tommaso Marinetti: un geniale pagliaccio, di Francesca Chiarotto (p. 323-329)
- Giacinto Menotti Serrati: l’onesto massimalista, di Alexander Höbel (p. 331-337)
- Giovanni Gentile: «dignità dello spirito» e «gladiatorismo gaglioffo», di Manuela Ausilio (p. 339-350)
- Giovanni Papini: «fabbricatore di luoghi comuni rovesciati», di Vito Santoro (p. 351-357)
- Giuseppe Prezzolini: l’intellettuale che non prende parte, di Alessandro Maurini (p. 359-364)
- Benito Mussolini: il capopopolo, di Leonardo Pompeo D’Alessandro (p. 365-375)
- Mario Missiroli: il brillante «misirizzi», di Vito Santoro (p. 377-381)
- Curzio Malaparte: il camaleonte snob, di Vito Santoro (p. 383-388)
- Piero Gobetti: liberale, ma rivoluzionario, di Ludovico De Lutiis (p. 389-396)
- Dizionario biografico (p. 397-411)
- Indice dei nomi (p. 413-419)
- Notizie sugli autori (p. 421-424)