Il regime fascista tentò di compenetrare la famiglia italiana e i suoi componenti al fine di plasmare una collettività che ne condividesse – o subisse – l’ideologia, le ambizioni e i metodi. Tale disegno fu perseguito con strumenti diversi, dall’uso della propaganda alla promulgazione di forme di assistenza sociale, dalla condanna di ogni opposizione alla promozione di comportamenti conformi all’ideale fascista.
Grazie a un’ampia gamma di fonti archivistiche e a stampa le tre parti che compongono il volume illustrano aspetti diversi: dalla paternità nella biografia mussoliniana ai modelli di genitorialità proposti dalla Chiesa cattolica, dalle relazioni familiari regolate dai codici penale e civile alle forme di assistenza ispirate dal paternalismo autoritario, dalla censura contro i padri ritenuti pericolosi per motivi politici o razziali alla promozione di un preciso tipo di maschilità.
Ne scaturisce un quadro complesso del padre e della famiglia sotto il fascismo che permette di valutare criticamente sia i rapporti del regime con la Chiesa e la cultura cattolica, sia le finalità e gli effetti delle politiche fasciste rivolte alla realizzazione di una società composta di «uomini nuovi». Attraverso l’indagine della paternità – intesa come metafora politica, ruolo sociale ed esperienza personale – il volume offre uno sguardo originale sul ventennio fascista.