Gli antichi attribuivano grande importanza alla prole e amavano i loro figli; valutavano però negativamente l’infanzia, imputandole ignoranza, mancanza di raziocinio, incapacità di autodominio e, soprattutto, incompiutezza.
Il cristianesimo delle origini, nato in ambiente semitico e presto diffusosi nel mondo greco-romano, condivise sostanzialmente l’opinione corrente. Tuttavia, il ricordo di un Gesù attorniato dai bambini, feste in onore di piccoli martiri, una predicazione sempre più interessata al valore salvifico dell’infantia Christi suggerirono una diversa considerazione per la prima età, che cominciò ad essere apprezzata per le sue specifiche peculiarità.
Il volume ripercorre il processo, talvolta tortuoso, che condusse infanzia e santità ad incontrarsi, proponendo un viaggio fra storia, letteratura, costume e iconografia.
In copertina: rielaborazione di un particolare da un arazzo raffigurante la strage degli innocenti, serie della “Scuola nuova” con episodi della vita di Cristo, da cartone della scuola di Raffaello. Bottega di Pieter Van Aelst, 1524-1531. Città del Vaticano, Musei Vaticani