Venezia medievale nella Modernità

Storici e critici della cultura europea fra Otto e Novecento

Daniela Rando
Collana: I libri di Viella, 177
Pubblicazione: Giugno 2014
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Edizione cartacea
pp. 476, 15x21 cm, bross.
ISBN: 9788867280216
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ISBN: 9788867283804
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In che modo la fase storica iniziata ai primi dell’Ottocento e conclusasi dopo la seconda guerra mondiale concepì, immaginò e “costruì” il Medioevo veneziano?

Fu Venezia stessa – la più antimoderna fra le città italiane, dalla forte carica metaforica – a sollecitare uno specifico immaginario storico, cui parteciparono anche medievisti, studiosi e critici della cultura. Questa l’ipotesi di partenza, formulata attraverso un itinerario che intreccia il nuovo interesse per Bisanzio, percepibile a partire dai primi decenni dell’Ottocento e oscillante fra eredità classica e fascino orientale, con la categoria interpretativa del “Gotico”, decisiva nel passaggio storico fra XIX e XX secolo, per poi valutare la considerazione della Venezia medievale nel dibattito su origine e natura del capitalismo, e infine come paradigma del colonialismo e dell’imperialismo.

Pur offrendo dati puntuali su biografia e formazione intellettuale dei singoli autori presi in considerazione, il volume si allontana dai canoni della storia della storiografia per proporre riflessioni interdisciplinari in un più ampio contesto di storia della cultura, con attenzione critica a una scrittura “scientifica” che, in bilico fra storia e mito, contribuì alla costruzione narrativa della realtà storica.

  • Prefazione. Il Medioevo della Modernità (p. 9)
  • I. L’Antirinascimento. Immagini gotiche fra arte e storia (p. 13)
    • 1. Da John Ruskin a Marcel Proust: la mer gotique (p. 14)
      • 1.1. Ruskin e la riscoperta bizantina nel Gothic Revival; 1.2. La Venezia gotico-saracena; 1.3. Marcel Proust: il luogo del passato ritrovato; 1.4. L’ogiva «metà gotica e metà araba»; 1.5. La rovina fondatrice.
    • 2. Nella Modernità antimoderna (p. 41)
      • 2.1. La Venezia germanizzata; 2.2. Il fanatismo del Rinascimento: Carl Neumann; 2.3. La chiesa di San Marco in Venezia (1892); 2.4. Verso Rembrandt e Langbehn.
    • 3. La «cittadella gotica» e la patria: Heinrich Kretschmayr (p. 73)
      • 3.1. Uno «scrittore politico»; 3.2. Questioni di metodo; 3.3. Scuole e nazionalità alla prova; 3.4. La «missione politica» di Venezia; 3.5. La patria gotica perduta; 3.6. Da Wagner a Chamberlain.
  • II. L’economia veneziana e lo “spirito” del capitalismo (p. 111)
    • 1. Il socialismo viennese e le ricerche economico-sociali (p. 112)
      • 1.1. Ludo Moritz Hartmann e gli inizi economici di Venezia: un’interpretazione darwiniana; 1.2. Venezia e la Storia d’Italia nel Medioevo; 1.3. Tra famiglie e istituzioni nel Medioevo veneziano: Margarete Merores, pioniera della storia sociale; 1.4. Nella «Rivista quadrimestrale di storia sociale ed economica».
    • 2. Il capitalismo e il suo “spirito” alla prova (p. 149)
      • 2.1. La provocazione Sombart; 2.2. La nascita del capitalismo a Venezia: Reinhard Heynen; 2.3. Un mercante modello nell’economia del Novecento; 2.4. La ricezione di Heynen; 2.5. Dallo spirito del capitalismo allo spirito dell’imprenditore; 2.6. Pionieri e mentalità mercantile nella storia economica di Gino Luzzatto.
  • III. Nella storia delle città. Paradigmi urbani a confronto (p. 197)
    • 1. Una «tirannide statal-patrimoniale dei nobili»: Venezia e Max Weber (p. 198)
      • 1.1. I prolegomeni; 1.2. Venezia, città dei patrizi; 1.3. Venezia fra Antichità e Medioevo, fra Oriente e Occidente.
    • 2. La “grande narrazione” della borghesia (p. 229)
      • 2.1. Una Venezia da manuale; 2.2. Il Nord e il Sud.
  • IV. L’outremer veneziano (p. 251)
    • 1. Gli esiti veneto-bizantini del filellenismo romantico (p. 253)
      • 1.1. Bizantinistica e fonti veneziane: Gottlieb L. Tafel e Georg M. Thomas; 1.2. Venezia, «di pari nobiltà dell’Ellade e di Roma».
    • 2. Un Levante veneto-bizantino: Karl Hopf (p. 266)
      • 2.1. Le nuove fonti per i “lignaggi d’oltremare”; 2.2. Gli studi veneto-bizantini; 2.3. La feudalità veneziana nella Storia della Grecia medievale.
    • 3. Archivi veneziani, ardori francesi: Louis de Mas Latrie (p. 282)
      • 3.1. «L’Oriente è stato riaperto alla civiltà europea»; 3.2. Venezia antesignana del mondo moderno.
    • 4. L’ombra della questione orientale sulla IV crociata (p. 300)
      • 4.1. Paul E. Riant; 4.2. Gabriel Hanotaux; 4.3. Heinrich Gelzer.
    • 5. Il «colonialismo del progresso» (p. 313)
      • 5.1. Ernst Gerland; 5.2. Giuseppe Gerola.
  • V. Orientalismo ed etnografia in età coloniale (p. 325)
    • 1. Marco Polo ai primordi della sinologia (p. 325)
      • 1.1. Guillaume Pauthier, soldato e poeta; 1.2. Marco Polo, «francese d’adozione».
    • 2. Imperialismo e geografia in età vittoriana (p. 345)
      • 2.1. Il col. Henry Yule; 2.2. Spinte ideali; 2.3. L’approccio a Marco Polo; 2.4. «A seder ci ponemmo ivi ambodui / vôlti a Levante».
    • 3. Nell’alveo della filologia europea, con la nostalgia della patria (p. 374)
      • 3.1. «Io e Marco Polo»: Luigi Foscolo Benedetto; 3.2. «Alla città di Venezia che mi iniziò agli studi e alla vita»: Leonardo Olschki; 3.3. La creatività letteraria del progresso scientifico; 3.4. Le “scoperte geografiche” nella letteratura; 3.5. L’Asia di Marco Polo dalla prospettiva dell’esilio.
  • Epilogo (p. 401)
  • Bibliografia (p. 409)
  • Sitografia (p. 449)
  • Indice dei nomi (p. 451)

Daniela Rando

Daniela Rando, ordinaria di Storia medievale presso l’Università di Pavia, ha svolto i suoi studi fra Padova, Venezia, Monaco di Baviera e Berlino. Fra le sue pubblicazioni: Una Chiesa di frontiera. Le istituzioni ecclesiastiche veneziane nei secoli VI-XII (Il Mulino, 1994) e Johannes Hinderbach (1418-1486). Eine “Selbst”-Biographie(Duncker & Humblot, 2008).

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