L’Italia vista dal Cremlino

Gli anni della distensione negli archivi del Comitato centrale del PCUS 1953-1970

A cura di Fabio Bettanin, Michail Prozumenščikov, Adriano Roccucci, Alessandro Salacone
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pp. 420, 15x21 cm, bross.
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Alla morte di Stalin la leadership sovietica elaborò una politica estera più flessibile rispetto al passato, dando avvio a una nuova fase nella guerra fredda volta a perseguire la distensione tra i blocchi. A una politica bipolare aggressiva si sostituì gradualmente una nuova forma di competizione tra sistemi, nella quale l’Italia tentò di ritagliarsi spazi di azione “originali”, che rispondevano all’ambizione di giocare un ruolo di mediazione nelle relazioni tra Est e Ovest. La presenza di un grande partito comunista, l’eccellenza del «made in Italy» e la preparazione alla formula del centro-sinistra sin dalla metà degli anni Cinquanta suscitarono le attenzioni del Cremlino e innescarono nuove dinamiche nelle relazioni bilaterali. Maturò così un fitto intreccio di rapporti fra dirigenti sovietici – Chruščëv, Gromyko, Brežnev, Kosygin, Suslov – e i protagonisti politici italiani del tempo: Gronchi, Fanfani, Moro, Togliatti, Berlinguer. La nuova stagione corrispose anche all’espansione di grandi gruppi imprenditoriali italiani in Urss, fra tutti Eni e Fiat, che, guidati da Mattei e Valletta, svolsero la funzione di importante trait d’union tra politica ed economia.

La raccolta di documenti inediti provenienti dall’Archivio del Comitato Centrale del Pcus permette di ricostruire il punto di vista sovietico su quegli anni e analizzare da una nuova prospettiva diversi snodi della storia italiana del dopoguerra. Il ’56, la crisi di Berlino, la nascita del centro-sinistra, i legami Pci-Pcus, il ’68, sono solo alcuni dei temi che le pagine della raccolta permettono di approfondire.

Fabio Bettanin

Fabio Bettanin insegna Storia della politica internazionale e Storia della Russia all’Università di Napoli “L’Orientale”. Per i nostri tipi ha curato (con M. Prozumenščikov, A. Roccucci e A. Salacone) L’Italia vista dal Cremlino. Gli anni della distensione negli archivi del Comitato centrale del PCUS 1953-1970 (2015).

Adriano Roccucci

Adriano Roccucci, professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università Roma Tre, direttore del Centro interuniversitario di ricerca sulla Russia contemporanea e le sue eredità culturali, è membro della direzione delle riviste «Memorie e Ricerca» e «Intersezioni». Tra le sue pubblicazioni Stalin e il patriarca. Chiesa ortodossa e potere sovietico 1917-1958 (Einaudi 2011) e, con Fabio Bettanin e Alessandro Salacone, L’Italia vista dal Cremlino. Gli anni della distensione negli archivi del Comitato centrale del Pcus, 1953-1970 (Viella 2015).

Alessandro Salacone

Alessandro Salacone è dottore di ricerca in Storia dell’Italia contemporanea, attualmente assegnista di ricerca presso l’Università “L’Orientale” di Napoli e collaboratore dell’Istituto di Storia mondiale presso l’Accademia delle Scienze della Federazione Russa. Autore di vari saggi sulle relazioni italo-sovietiche, per i nostri tipi ha curato (con F. Bettanin, M. Prozumenščikov, A. Roccucci) L’Italia vista dal Cremlino (2015).

Michail Prozumenščikov

Michail Prozumenščikov è vicedirettore del Rossijskij Gosudarstvennyj Archiv Novejšej Istorii (Archivio Statale Russo di Storia Contemporanea, Mosca).

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