L’autoreferenzialità quale prisma attraverso cui leggere la Milano tardoantica e medievale è il filo rosso sotteso ai sette saggi che compongono questo libro. Capitale dell’impero segnata dall’episcopato di Ambrogio, metropoli ecclesiastica di prim’ordine e potente Comune, la Milano medievale ha uno sviluppo eccezionale sulla lunga durata. Solo sporadicamente, però, tale stratificazione – storica, culturale e materiale – è stata indagata in una prospettiva di autoreferenzialità, centrale invece per la mentalità medievale e soprattutto per una città come Milano, dove la tradizione diviene garante del ruolo chiave che il capoluogo lombardo intende assumere nel corso del Medioevo.
Il patrimonio immateriale e materiale della città – significativamente rappresentato dalla basilica di Sant’Ambrogio, fulcro della cultura e della coscienza milanese – è indagato da un punto di vista pluridisciplinare. L’analisi di storici, archeologi, storici dell’arte e filologi permette d’individuare i punti nodali di questo meccanismo, fornendo una visione a tutto tondo per molti aspetti innovativa, al fine di meglio comprendere in che modo Milano si relazioni al proprio passato e come questo passato costituisca una continuità attraverso la quale plasmare un’immagine di sé, diventando un aggregatore identitario fondamentale.