Working closely with academics worldwide, in hopes of facilitating cultural exchange and widening the
circulation of historical and other humanistic research, Viella will now offer in English both original works and
translations of existing studies.
I primi lettori di Dante non sono soltanto i poeti che rispondono per le rime alle sue liriche giovanili, ma anche coloro che per primi copiano, preservano e mettono in circolazione i suoi testi, e che fino a oggi sono stati trascurati dalla critica. Grazie a una ricerca di prima mano su documenti e manoscritti, Justin Steinberg ci mostra il ruolo svolto dai professionisti cittadini – mercanti e notai – come cultori e custodi della lirica italiana delle origini. Pur senza avere una formazione da amanuensi, questi lettori compiono scelte complesse e consapevoli nella selezione e trascrizione dei componimenti, e utilizzano la poesia come strumento essenziale per costruire la propria identità individuale e collettiva.
Lo studio di questo pubblico consente all’autore di ricostruire i diversi contesti sociali, politici e storici con cui Dante si confronta e al cui interno rielabora i dibattiti poetici della propria epoca. Steinberg ci mostra così come tutta la carriera dell’Alighieri – dalla Vita nova al De vulgari eloquentia, fino alla Commedia – sia percorsa dall’esigenza di rispondere ai modi in cui il pubblico dell’Italia comunale interpretava, e troppo spesso fraintendeva, le sue opere.
Lino Leonardi, Prefazione
Introduzione
1. I primi editori di Dante: i Memoriali bolognesi e le strategie della trascrizione in volgare
1. L’ascesa della corporazione dei notai e il regime del «popolo»
2. Nicola Johanini Manelli, editore di Guinizzelli
3. Guittone, Guinizzelli e il dibattito su laude e fraude
4. Ugolino delle Querce, la scuola ciniana e gli ultimi componimenti dei Memoriali
2. Il Vaticano 3793 e le donne di Donne ch’avete intelletto d’amore
1. Le donne del Vaticano
2. L’Amico di Dante e le donne di Ben aggia l’amoroso et dolce chore
3. Le donne della Vita nova
4. «Quando Amor mi spira, noto»
3. Il De vulgari eloquentia e la babele del Vaticano
1. La compilatio del Vaticano e il canzoniere virtuale di Dante
2. Il “luogo” della poesia dialettale
3. La Genesi secondo Dante e la lingua babelica del Vaticano
4. Lo spazio della canzone e il luogo della scrittura
4. Lirica e contabilità: aspetti codicologici del Vaticano
1. I registri mercantili e le pratiche scrittorie a monte del Vaticano
2. La comparsa del libro bianco
3. Il frammento BN 2.3.492 e la doppia ricezione del Vaticano
5. Banchieri all’inferno. Dante e la poesia di Monte Andrea tra storicismo e verità storica
1. La poesia di Monte Andrea nel Vaticano
2. Inferno, VII: visioni della Fortuna in concorrenza
3. Inferno, XVII: Monte Andrea e gli usurai
4. Inferno, XXX: Maestro Adamo/Monte Andrea e l’etica del lamento
Epilogo. «Dante»: la voce di donna in Purgatorio, XXX, 55
Justin Steinberg è professore di Letteratura italiana presso il Department of Romance Languages and Literatures della University of Chicago. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Accounting for Dante: Urban Readers and Writers in Late Medieval Italy (University of Notre Dame Press, 2007). Dirige la rivista «Dante Studies».
Università di Roma Tre - Roma - 20 Giugno ore 11:00