Terzetti per le «Sorti»

Poesia oracolare nell’officina di Francesco Marcolini

Lodovico Dolce
Fondazione Benetton Studi Ricerche
Collana: Ludica: collana di storia del gioco, 6
Pubblicazione: 2006
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Edizione cartacea
pp. 300, 21x29,7 cm, bross.
ISBN: 9788883342080
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Nel 1540 il tipografo forlivese Francesco Marcolini pubblicava a Venezia Le sorti intitolate giardino d’i pensieri. Era un libro-gioco di altissima qualità che univa un corpus di cento immagini e 2.250 “terzetti”. Alla sua realizzazione aveva partecipato il veneziano Lodovico Dolce. Un letterato che il tempo a venire avrebbe etichettato come principe dei redattori editoriali (o, come si è detto a lungo e riduttivamente, dei poligrafi), ma in vita aveva fama non effimera di cultore di poesia, soprattutto di quella cavalleresca.

Il poeta rispose alla domanda di Marcolini con le terzine che qui si propongono. In esse Dolce assecondava gli schemi combinatori dell’amico e committente, e alimentava un gioco interminabile di variazioni su una serie ristretta di temi d’obbligo. Quelli nei quali allora e in ogni tempo si incarna la buona o la cattiva sorte: amore, fedeltà/infedeltà, matrimonio, figli, amicizia, bellezza, salute/malattia, fortuna/sfortuna politica, pace/guerra... Nel gioco però non solo le domande e le risposte, ma anche le parole dovevano essere quelle della convenzione, come comportava l’adesione alla finzione oracolare e alla cifra sentenziosa. La materia era dunque insidiosa e a rischio banalizzazione e monotonia, eppure le immagini e le parole di sempre nelle mani del poeta delle Sorti seppero evitare quel rischio con una padronanza che risulta spesso leggerezza e talora addirittura grazia.

In coedizione con la Fondazione Benetton Studi Ricerche

  • Premessa
  • Introduzione
    • 1. Marcolini e Dolce. Due autori per le Sorti. 2. Le firme di Lodovico Dolce. 3. Dolce e la tradizione sortesca volgare. 4. Il giardino e il suo arredo: le Sorti come contenitore. 5. Le parole del 1540 e i ripensamenti del 1550. 6. Propheta loquitur.
  • Nota al testo
  • Le sorti di Francesco Marcolino da Forlì intitolate Giardino d’i pensieri
  • Appendice
  • Bibliografia
  • Indice dei nomi e degli argomenti

Edizione e commento a cura di Paolo Procaccioli
Fondazione Benetton Studi Ricerche

Paolo Procaccioli

A lecturer in Italian Literature at the University of Tuscia, Paolo Procaccioli’s main interest is in Late Mediaeval and Renaissance vernacular literature and his publications range in subject matter from the 14th to the 18th century. His research covers early exegesis of Dante, the novella after Boccaccio, Pietro Aretino, polygraphs such as Dolce, Ruscelli, Doni and Sansovino, Marcolini and publishing in the 1500s, Renaissance parodic exegesis, 16th century treatises on handwriting, 16th- and 17th-century art criticism and letter-writing in the Early Modern period. He is amongst the promoters of the inter-university ‘Cinquecento plurale’ and ‘Carteggi research groups’. He is an ordinary member of the Accademia dell’Arcadia and a corresponding member of the Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti.

Lodovico Dolce

Lodovico Dolce (Venezia, 1500 – 1568) venne definito il principe dei redattori editoriali (lavorò a 358 edizioni, tra sue composizioni originali ed edizioni di testi altrui, traduzioni o traduzioni-edizioni), ma in vita aveva fama non effimera di cultore di poesia, soprattutto di quella cavalleresca. Tra le sue opere in edizioni moderne: Didone (Edizioni Zara, 1999); Dialogo del modo di accrescere e conservar la memoria (Scuola normale superiore di Pisa, 2001); I quattro libri delle Osservationi (Libreria dell’Università di Pescara, 2004); Medea (Res, 2005)

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