Il Decameron: scritture, scriventi, lettori

Storia di un testo

Marco Cursi
Collana: Scritture e libri del medioevo, 5
Pubblicazione: Giugno 2007
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Edizione cartacea
pp. 384, 100 tav. b/n, 21x29,7 cm, bross.
ISBN: 9788883342561
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L’obiettivo prioritario di questo studio è un’analisi d’insieme delle strategie messe in atto da copisti, committenti, lettori, per confezionare, possedere e trasmettere l’opera più viva, appassionante e amata della letteratura medievale in volgare in Italia, il Decameron di Giovanni Boccaccio.

Il volume si apre con una rassegna delle testimonianze librarie e documentarie che attestano una proto-diffusione dell’opera, collocabile negli anni in cui l’autore era ancora vivente; in seguito il percorso della ricerca si addentra nella selva oscura della tradizione posteriore alla morte del Boccaccio, divisa in due fasi ben distinte: il discrimine è posto al 1434, anno che segna una svolta decisiva nella vita politica fiorentina in seguito alla salita al potere di Cosimo il Vecchio. I 60 manoscritti che formano il corpus dei testimoni decameroniani per i secoli XIV e XV vengono esaminati in un’ottica paleografica, codicologica e, se necessario, testuale, con l’obiettivo di rispondere alle domande più pressanti poste da ciascuno di essi: il quando, il dove, il chi, il come e il perché (o il per chi).

Ne risulta un quadro complesso e variopinto, al centro del quale si pone, solidamente, la città di Firenze, con frequenti aperture all’area veneto-padana, senza contare le fascinose e ricorrenti suggestioni che spingono lo sguardo verso Napoli, la città delle nostalgie e del ritorno impossibile, vagheggiato dal Boccaccio fino al termine della vita. Gli ambienti di produzione messi a fuoco sono molteplici e talvolta inaspettati: dalle lussuose dimore di potenti famiglie mercantili fiorentine alle anonime botteghe di cartoleria, dalle celle del carcere delle Stinche allo scrittoio di un monastero benedettino; decisivo si rivela il ruolo svolto nella trasmissione dell’opera dalla copia a prezzo, un’attività di produzione del libro che affiancava, integrava e talvolta sostituiva la copia per passione, così strettamente connessa alla tradizione del Decameron secondo la notissima interpretazione dovuta a Vittore Branca.

Il volume si conclude con una breve indagine di carattere codicologico, incentrata sulla presentazione dei dati più rilevanti emersi dall’analisi dei codici della tradizione; in appendice le descrizioni analitiche dei manoscritti, un’aggiornata bibliografia e un ampio corredo di riproduzioni fotografiche.

  • Premessa
  • 1. La proto-diffusione: il Decameron ai tempi del Boccaccio (1360-1375)
  • 2. La prima diffusione (1376-1425)
    • La copia per passione
      La copia a prezzo
      Il Decameron in monastero
      Casi incerti
  • 3. La seconda diffusione (1426-1490)
    • La copia per passione
      La copia a prezzo
      Il Decameron in carcere
      Casi incerti
      Le miscellanee umanistiche
      Due testimoni extra corpus
  • 4. Una visione d’insieme
    • La distribuzione cronologica dei codici della tradizione
      Le tipologie grafiche
      Lo status sociale di copisti e possessori: un quadro riassuntivo
      Il colloquio tra i lettori e il testo: tendenze al rimaneggiamento, notazioni economico-finanziarie, tracce pertinenti, tracce impertinenti
      Copisti per passione, copisti a prezzo
  • 5. Lineamenti di un’analisi codicologica
    • Materia scrittoria
      Taglia
      Fascicolazione
      Usi interpuntivi, sistema di paragrafatura e impaginazione
  • 6. Descrizione dei manoscritti
  • 7. Appendice
    • Un Decameron cinquecentesco apografo del Berlinese Hamilton 90?
  • Bibliografia
  • Tavole
  • Indice dei nomi
    Indice dei luoghi
    Indice dei manoscritti
    Indice delle tavole

Marco Cursi

Marco Cursi insegna Paleografia latina presso l’Università degli studi di Napoli – Federico II. Per i nostri tipi ha curato i volumi «Il Decameron: scritture, scriventi, lettori. Storia di un testo» (2007), «La scrittura e i libri di Giovanni Boccaccio» (2013), «Bembo ritrovato. Il postillato autografo delle Prose» (con Fabio Massimo Bertolo e Carlo Pulsoni, 2018).

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