I saggi qui raccolti esaminano – per la prima volta in chiave comparativa – i crimini di guerra commessi da Italia e Giappone e i processi di rimozione nella memoria pubblica, messi in atto dopo il 1945, riguardo alle pagine più buie del passato coloniale e alle violenze commesse durante la seconda guerra mondiale.
Entrambi i paesi perseguirono obiettivi ambiziosi di espansione al fine di creare spazi di controllo imperiale, utilizzando politiche di sfruttamento e di controllo dei territori basate sul ricorso sistematico alla violenza: deportazioni e sanguinose rappresaglie, con fucilazioni di ostaggi e incendi di villaggi, come nel caso dell’occupazione italiana della Jugoslavia; oppure attraverso lo sfruttamento intensivo della forza lavoro coatta dei prigionieri di guerra e delle popolazioni assoggettate e lo stupro di donne dei paesi occupati da parte dei soldati giapponesi.
Il volume analizza, inoltre, come il muro del silenzio sui crimini nazionali abbia cominciato a sgretolarsi in anni recenti, in Italia grazie a una nuova ondata di studi sulle occupazioni fasciste in Africa e in Europa, in Giappone soprattutto grazie ai numerosi processi intentati dalle vittime delle violenze giapponesi e dai loro familiari.
- Giovanni Contini, Filippo Focardi, Marta Petricioli, Introduzione (p. 7-15)
- I crimini giapponesi
- Ken Ishida, Il problema dei crimini di guerra in Giappone e in Italia. Tre punti di vista comparati (p. 19-31).
- Tokushi Kasahara, Il massacro di Nanchino e la struttura del negazionismo politico in Giappone (p. 33-41).
- Hisashi Yano, I lavoratori forzati nelle colonie giapponesi. Un confronto con il caso tedesco (p. 43-54).
- Aiko Kurasawa, Romusha: la memoria più crudele dell’occupazione giapponese in Indonesia (p. 55-65).
- Takao Matsumura, L’Unità 731 e la guerra batteriologica dell’esercito giapponese (p. 67-77).
- Guido Samarani, Il massacro di Nanchino e la guerra di resistenza anti-giapponese in Cina (1937-1945) (p. 79-90).
- Rosa Caroli, Storia e storiografia in Giappone. Dai crimini di guerra ai criminali di guerra (p. 91-107).
- Harumi Watanabe, Come condividere in modo razionale la memoria dei fatti storici. Considerazioni sul massacro di Nanchino (p. 109-117).
- Hiroshi Oyama, Responsabilità di guerra e coscienza dei giapponesi. Sul significato di questo convegno internazionale (p. 119-124).
- I crimini italiani
- Nicola Labanca, Compensazioni, passato coloniale, crimini italiani. Il generale e il particolare (p. 127-161).
- Eric Gobetti, Il mito dell’occupazione allegra. Italiani in Jugoslavia (1941-1943) (p. 163-173).
- Thomas Schlemmer, Il Regio Esercito sul fronte russo. Esperienza e memoria (p. 175-186).
- Filippo Focardi, Criminali a piede libero. La mancata “Norimberga italiana” (p. 187-201).
- Laura Magi, Fino a che punto l’Italia ha risarcito i danni alle vittime dei crimini commessi durante la seconda guerra mondiale (p. 203-217).
- Indice dei nomi (p. 219-226)