Nella documentazione contenuta in questo volume ritornano alcuni dei protagonisti della lunga vicenda storica che da circa un millennio ha caratterizzato le popolazioni che vivono nella vasta area tra fiumi Adige e Livenza: i comuni rurali, le grandi città capoluogo, i monasteri e ingenerale le istituzioni ecclesiastiche capillarmente presenti nel territorio.
Questi documenti ci raccontano una vicenda di definizione di confini e dunque di riconoscimento e in qualche modo di “invenzione” di una identità territoriale. Nel lungo contrasto, che si risolse alla fine del Duecento, tra il patriarca di Aquileia e il libero comune di Treviso per il controllo dei villaggi posti sulle rive del Piave, ritroviamo un momento importante del processo di progressiva distinzione tra l’ambito regionale veneto e l’ambito regionale friulano. Sono ambiti che conserveranno una loro specifica fisionomia anche nei secoli successivi, quando la conquista veneziana della Terraferma offrirà all’uno e all’altro uno stabile inquadramento politico.
Molti di questi atti, inoltre, nel loro latino non sempre paludato ma anzi talvolta mimetico delle parlate volgari, ci restituiscono squarci efficacissimi del paesaggio del Veneto rurale nel pieno Medioevo: un paesaggio fatto di boschi, di fiumi, di paludi, oltre che di campi coltivati; un paesaggio che, nonostante i segni inevitabili lasciati dal processo di industrializzazione degli ultimi decenni, conserva ancora in tanti luoghi bellezza e fascino e che, nell’interazione tra natura e cultura, è stato plasmato nel corso dei secoli dall’assidua fatica di molte generazioni di contadini.