«Il nome della stella è Assenzio»

Ricordando Chernobyl

A cura di Francesca Lomastro, Andrii Omelianiuk, Oxana Pachlovska
Collana: Fuori collana
Pubblicazione: Febbraio 2011
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Edizione cartacea
pp. 156, ill. col. e b/n, 1 Dvd, 20x20 cm
ISBN: 9788883345418
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Parlare di Chernobyl, il disastro nucleare avvenuto il 26 aprile 1986, vuol dire parlare di passato, presente e futuro. Lo fanno qui varie voci, quasi tutte ucraine: storici, sociologi, antropologi del rischio, poeti, scrittori, fotografi, artisti, bambini. Il loro racconto ci presenta il disastro nella situazione storica che lo rese possibile e nella dimensione più profondamente umana, come evento che ha sconvolto la storia di un Paese e la vita di un popolo.

Uno dei significati del nome Chernobyl, in ucraino, è “assenzio”, e «Il nome della stella è Assenzio» è il versetto 8,11 dell’Apocalisse di Giovanni. Esso preannuncia che, al suono della terza tromba, la stella Assenzio cadrà dal cielo e irradierà il suo potere come una torcia ardente rendendo amare le acque dei fiumi e facendo morire una grande quantità di uomini.

Il libro nasce da una collaborazione tra l’Istituto di storia onlus - Vicenza e l’associazione umanitario-culturale “Il Ponte-Mict” della provincia di Vicenza.

Il Dvd “1986-2006: Ricordare Chernobyl” di Manuel Baldini e Fabio Ferrando completa i testi del libro con le immagini della installazione artistica di A. Gaydamaka, creatore del Museo nazione di Chernobyl di Kiev, e della mostra fotografica di Igor Kostin, il primo che testimoniò al mondo, con i suoi scatti, il disastro.


«Questo non è propriamente il libro che ci si aspetta su Chernobyl. Niente chiarimenti teorici sulle barre di uranio e il loro raffreddamento, niente spiegazioni di fisica sulla reazione atomica. Pochi anche i dati medici sul numero delle morti avvenute e attese, sul tipo delle patologie conseguenti e sulla loro incidenza. Qui il disastro è raccontato non dalle scienze naturali, ma dalle scienze umane: la storia, la sociologia, l’antropologia del rischio. E dalla letteratura e dalla poesia, dalla pittura, perfino dalla saggezza popolare e dagli occhi dei bambini» (dalla Presentazione di Francesca Lomastro)

  • Francesca Lomastro, Presentazione (p. 11-14)
  • L’informazione” (p. 15)
  • Tre giorni dopo. Il primo articolo” (p. 16)
  • Elisa Geremia, L’antropologia del rischio nel disastro di Chernobyl (p. 17-24)
  • La scienza” (p. 25)
  • Yurij Shapoval, L’opportunità politica contro l’informazione. La dirigenza del partito-Stato e il KGB all’epoca della catastrofe (p. 27-35)
  • Kiev 1° maggio 1986” (p. 36)
  • Oxana Pachlovska, Le ceneri di una distopia (p. 37-45)
  • “Corsa ciclistica della pace. Kiev 6-9 maggio 1986” (p. 46)
  • Stampiglia: ‹Segreto. 16 mag. 86 n. 14757›” (p. 47-48)
  • Natalija Baranovska, L’Ucraina dopo Chernobyl: il potere e la società (p. 49-62)
  • II testimone” (p. 63-64)
  • Mario Petrucci, Tre gocce calde d’olio di salmone: l’artista e l’ “anima” all’indomani di Chernobyl (p. 65-73)
  • Zona proibita. Pripiat” (p. 74-75)
  • Oxana Pachlovska, «Ouverture dell’Apocalisse». Lina Kostenko, la “grande ribelle” (p. 77-81)
  • L’albero - Storia di un pino” (p. 82-83)
  • Lina Kostenko, Poesie (p. 85-109)
  • Lina Kostenko, Veglia funebre (p. 111-121)
  • Gli ‘amici dell’uomo’” (p. 122)
  • C’era una volta... (p. 123-137)
  • Yurij Scherbak, L’eredità di Chernobyl nel XXI secolo (p. 139-145)
  • Suicidio?” (p. 147)
  • Gli autori (p. 149-152)
  • Video allegato: “1986-2006: Ricordare Chernobyl” di Manuel Baldini e Fabio Ferrando
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