Percorso invero intricato e tortuoso quello della storia monetaria veneziana, seguendo il quale è molto facile perdersi, soprattutto se non ci si libera per tempo delle moderne convinzioni intorno al denaro e a tutto ciò che questo sta a significare in termini di emissione, circolazione, potere d’acquisto, spendibilità, inflazione, deflazione, corso forzoso. Percorso millenario tale da sovrapporsi perfettamente, salvo trascurabili scostamenti, alla vicenda statuale, anch’essa millenaria, di quella che a suo tempo era stata la regina dell’Adriatico e del Mediterraneo orientale, riproposto in chiave istituzionale piuttosto che numismatica in senso stretto, e necessariamente per sommi capi.
Percorso di cui resta, oltretutto, traccia evidente nell’Appendice documentaria che funge da corollario al testo; supporto minimale, certo, nondimeno utile per chiunque voglia addentrarsi con maggior agio nella ricerca. In estrema sintesi, monete e istituzioni: fattori esclusivi di quel binomio pressoché inscindibile che è stato, alla resa dei conti, la ragione prima della grandezza di Venezia.