Gioacchino da Fiore è stato in primo luogo un monaco che aspirava a un ritorno al rigore ascetico delle origini benedettine e intendeva pertanto promuovere una radicale riforma dei Cistercensi, nei cui ranghi era dapprima entrato.
Filo conduttore delle sue riflessioni furono la Vita di Benedetto da Norcia, delineata nei Dialogi di papa Gregorio Magno, e la Regula attribuita al santo padre del monachesimo occidentale. In realtà l’abate di Fiore non provvide mai alla stesura di un vero e proprio testo, radunando in forma di trattato una serie di esposizioni redatte verosimilmente negli anni in cui andava prendendo forma compiuta il suo sistema esegetico e teologico.
Egli era comunque assai sensibile ai maggiori eventi dell’epoca. In particolare, anche nel suo caso una profonda impressione fu esercitata dalle notizie provenienti dal Vicino Oriente, dove le armate del Saladino nel 1187 spazzarono via gli ultimi resti del Regno latino di Gerusalemme. Da tale evento Gioacchino trasse lo spunto per ricondurre le proprie argomentazioni all’elaborazione di una peculiare teologia della storia. Da un lato egli cercava negli avvenimenti un riscontro delle attese escatologiche fondate sul testo dell’Apocalisse, in particolare intorno alla figura dell’Anticristo. Dall’altro non poteva fare a meno di riportare le sue istanze di riforma del monachesimo benedettino al ruolo da lui assegnato ai monaci non solo nel tempo presente, ma soprattutto nell’età dello Spirito di cui attendeva l’avvento.
A cura di Roberto Rusconi
Testo critico e introduzione di Alexander Patschovsky
Il testo latino riproduce quello dell’edizione critica: Ioachim abbas Florensis, Tractatus in expositionem vite et regule beati Benedicti cum appendice fragmenti (I) de duobus prophetis in novissimis diebus praedicaturis, a cura di A. Patschovsky, Roma 2008 (Ioachim abbas Florensis, Opera omnia, curantibus R.E. Lerner, A. Patschovsky, G.L. Potestà, R. Rusconi, K.-V. Selge, IV, Opera minora, 4, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo. Fonti per la storia dell’Italia medievale, Antiquitates, 29). L’apparato di note è stato ridotto e selezionato dal curatore.
L’Introduzione di A. Patschovsky è stata tradotta da Massimo Palma.
I testi di Gioacchino da Fiore sono stati tradotti da Maria J. Strazzulla.
L’indice dei passi biblici è stato compilato da Antonella Mazzon.