Verso la fine del VI secolo a.C. la scultura greca produsse uno dei fenomeni destinati a lasciare una traccia duratura nella sua storia secolare: la statua/ex-voto dedicata agli atleti come premio per la vittoria nei giochi sacri, che eternava agli occhi dei contemporanei e dei posteri la gloria dell’impresa sportiva. Dai primi decenni del V secolo a.C. i santuari panellenici – e specialmente Olimpia e Delfi – si popolarono di immagini di atleti: un’umanità ideale effigiata nel bronzo e dislocata nell’area sacra, accanto ai templi, sanciva il prestigio delle più celebri e potenti famiglie delle aristocrazie cittadine, orgogliose della propria areté e della larghezza di mezzi economici profusi. Nello spazio di tre secoli e mezzo alcuni dei più grandi maestri della scultura greca, come Pitagora, Mirone, Policleto, Lisippo, lasciarono opere di straordinaria bellezza e suggestione formale, oggi irrimediabilmente perdute, fagocitate dalla fame di bronzo che alla fine del mondo antico investì i luoghi nei quali erano esposte. Echi, spesso pallidi tentativi di emulazione, ci restano nella cospicua produzione copistica di età romana.
Il volume, attraverso l’esame delle fonti scritte e figurate, pone in luce gli elementi salienti che condussero alla nascita della statua atletica e le linee del suo sviluppo, affrontando anche alcuni aspetti del fenomeno in epoca romana, attraverso elenchi aggiornati delle repliche dei tipi statuari.
In coedizione con la Fondazione Benetton Studi Ricerche
Fondazione Benetton Studi Ricerche