Composti da Gioacchino da Fiore negli ultimi anni di vita, i Trattati su quattro Vangeli rappresentano un tentativo esegetico ambizioso, imperniato sul confronto fra i quattro Vangeli canonici.
L’opera comprende tre trattati, di ampiezza disuguale. Il primo, che ha la forma più compiuta, inizia con la nascita di Gesù e termina con le Nozze di Cana; la narrazione, che mira ad integrare i racconti evangelici dando ragione delle loro differenze, dà ampio spazio alla preparazione della venuta del Cristo, e pertanto vive in buona parte del confronto tra la sua figura e quella di Giovanni battista. Il secondo trattato ha per oggetto l’inizio della predicazione di Gesù e la vocazione dei primi discepoli, attraverso una lettura sinottica dei primi tre Vangeli. Il terzo offre un’esegesi di sei episodi narrati in Giovanni, dal cap. 2, v. 12 al cap. 5, v. 18.
Benché alcune parti risultino poco più che abbozzate e il testo si interrompa bruscamente (forse per la morte di Gioacchino, avvenuta nel 1202), i Trattati costituiscono il frutto più maturo della riflessione teologica dell’abate calabrese. Rileggendo i passi evangelici secondo la propria peculiare prospettiva apocalittica, egli li interpreta in riferimento alle successive vicende della Chiesa delle origini e all’attesa di una nuova “dispensazione dello Spirito” negli imminenti tempi finali.
Premessa di Claudio Leonardi.
Introduzione di Gian Luca Potestà.
Traduzione di Letizia Pellegrini
La traduzione italiana dei Trattati sui quattro Vangeli è stata condotta sulla base dell’edizione curata da Francesco Santi: Ioachim abbas Florensis, Tractatus super quattuor Evangelia, (Antiquitates. 17 - Fonti per la storia dell’Italia medievale 67), pubblicata nel 2002 dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo.