L’Ottocento costituì per Ravenna un periodo di profondi cambiamenti, contrassegnato da due fondamentali eventi politici di ampia portata, il Congresso di Vienna (1814-1815) – in seguito al quale la città fu riassegnata allo Stato Pontificio – e l’Unità d’Italia (1861). Dall’inizio del secolo, infatti, Ravenna, ormai un’impoverita città di provincia, cercò di riappropriarsi di un ruolo di primo piano promuovendo il suo glorioso passato tardoantico, rappresentato dai suoi monumenti paleocristiani.
Il libro si propone di descrivere questo processo, le sue ragioni e le sue conseguenze, per capire come abbia contribuito alla creazione di una nuova identità per Ravenna, ricostruendo il dialogo tra le immagini della città emerse dalla storiografia artistica occidentale e dai racconti di viaggio, e la promozione di iniziative locali. In ultima istanza, incrociando la storia della storia dell’arte e l’uso politico dei restauri, questo volume mostra come il “mito bizantino” di Ravenna fu inventato e plasmato tra il 1814 e il 1914.
- Prefazione di Giovanni Gasbarri
- Introduzione
- 1. Ravenna nella storiografia artistica dell’Ottocento
- 1. Ravenna e la nascita degli studi bizantini
- 2. Tiro alla fune: Ravenna tra Oriente e Occidente nella storiografia italiana
- 2. Ravenna attraverso lo sguardo dei viaggiatori
- 1. Tour o detour? Tutte le strade (non) portano a Ravenna
- 2. La modernità come spazio liminale: la città morta
- 3. Sogni bizantini: la città immortale
- 3. Dai restauri ai monumenti al restauro della città
- 1. Il periodo pontificio
- 2. «Riprodurre con ogni fedeltà l’antico»: i restauri ai monumenti ravennati nel primo ventennio post-unitario
- 3. «Ora s’incominciano altri lavori, e il tempo per polemizzare non ci resta più»: i restauri ai monumenti ravennati nell’ultimo ventennio del secolo
- 4. Una storia immobile? Ravenna tra realtà e mito
- Conclusioni
- Bibliografia
- Indice dei nomi
- Indice dei luoghi
In copertina: Illustrazione del Battistero degli Ariani prima del 1899 (Istituzione Biblioteca Classense, Fra, 1158).
Ruben Campini, dottorando presso il dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università Masaryk di Brno e l’Università di Friburgo (CH), si occupa principalmente di avori tardoantichi e di storiografia artistica, in particolare relativa ai monumenti tardoantichi di Ravenna e al patrimonio medievale dell’Armenia e del Caucaso.
Annalisa Moraschi, dottoranda presso il dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università Masaryk di Brno e l’École Pratique des Hautes Études di Parigi, svolge studi di storiografia artistica del diciannovesimo secolo inerenti alla cultura materiale medievale dell’Armenia e del Caucaso e a quella tardoantica ravennate.