Il 18 aprile 1563 ottocento poveri entrarono in processione nel convento bolognese di San Gregorio sotto l’egida di una nuova istituzione: l’opera pia dei poveri mendicanti. Agli occhi dei suoi sostenitori, l’internamento avrebbe liberato le strade dai questuanti, insegnando loro a vivere cristianamente.
Negli anni seguenti altre città si dotarono di ricoveri analoghi, il cui scopo era fornire un bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche che favorisse il reinserimento nella società dei ricoverati. In questo contesto rivestiva un ruolo nevralgico il lavoro svolto dai mendicanti all’interno e all’esterno dell’ospedale.
Questo modello trovò la sua più completa espressione con la costruzione dell’Albergo dei poveri di Genova, una “Reggia dei poveri” in parte sostenuta dai proventi delle manifatture interne.
La comparazione fra le realtà di Genova, Bologna e Venezia consente di riflettere su alcuni aspetti poco noti del mondo dell’assistenza in ancien régime restituendo storie di mendicanti, musicisti, mercanti e benefattori, le cui vite ruotavano attorno a questi ricoveri.
- Introduzione
- 1. Gli Ospedali per mendicanti di Bologna e Venezia
- 1. Misure per contenere la mendicità urbana
- 2. Fondazione e finalità dei primi ricoveri
- 3. L’Ospedale dei Mendicanti di Venezia e i Provveditori alla Sanità
- 4. Le tre case del ricovero bolognese e la gestione dell’ente veneziano
- 2. La genesi dell’Albergo dei poveri di Genova
- 1. Gli spazi dell’Ufficio dei poveri
- 2. «La Rovina del Lazaretto»
- 3. «Opificio Pietate instituendis». La Fabbrica dell’Albergo dei poveri di Genova
- 3. Recludere per rieducare
- 1. Poveri veri, meritevoli e volontari
- 2. Poveri lavoranti
- 3. Mendicanti
- 4. Recludere per punire
- 1. «Quella giustizia semplicemente correttiva che compete ad ogni provvido padre e discreto marito»
- 2. Camerini, carceri e punizioni
- 5. Il lavoro completa l’educazione religiosa
- 1. Tra fede e lavoro
- 2. L’educazione musicale
- 3. «I mestieri o siano scuole» bolognesi per diventare una buona madre di famiglia
- 6. Forme di lavoro dentro e fuori l’Ospedale
- 1. Apprendistato e servizio domestico
- 2. Gli uffici servili
- 3. «Professionisti del lutto» e questua organizzata
- 7. Il lavoro manifatturiero
- 1. «Delli mestieri della signora priora»: la tessitura di tele di canapa a Bologna
- 2. Il negozio dell’agucchieria e il declino della produzione serica
- 3. Ago, pizzi e cordelle: attività nascoste nell’Ospedale di San Lazzaro di Venezia
- 4. «Lavorieri» maschili e «lavorieri» femminili nell’Albergo dei poveri di Genova
- Conclusioni
- Appendici
- Fonti e bibliografia
- Indice dei nomi
In copertina: Jacques Callot, Mendicante con stampelle, 1622.
Francesca Ferrando insegna Metodologia e teoria della storia presso l’Università di Genova. È autrice di saggi sulla storia dell’assistenza e sulla condizione femminile in età moderna.