Quattro opere fondamentali scandiscono l’elaborazione di un’etica pubblica nei comuni italiani del Duecento: l’Oculus pastoralis, il De regimine civitatum di Giovanni da Viterbo, il De regimine et sapientia potestatis di Orfino da Lodi e la cosiddetta Politica di Brunetto Latini.
Nelle loro pagine si legge il passaggio dall’ethos cetuale del podestà come aristocratico cavaliere a una specifica deontologia pensata per il giudice e reggitore della città. Ancora, dall’iniziale preoccupazione di sradicare i vizi umani del governante (Giovanni da Viterbo) si segue l’aprirsi a una concezione più ottimistica, che culmina nella fiducia di Brunetto nell’agire virtuoso dell’uomo politico.
A partire da questi nuclei tematici, il libro mostra come gli autori abbiano partecipato al più generale dibattito di una stagione di fervida creatività istituzionale e intellettuale, che ha affrontato in modi estremamente vivi i grandi dilemmi della responsabilità, della libertà, della coscienza personale del bene e del male nello spazio concreto della convivenza civile.
- Introduzione
- 1. Il disconoscimento di un’etica cetuale nell’Oculus pastoralis
- 1. Le male pratiche a cui è necessario porre rimedio
- 2. Il podestà e il miles che è in lui
- 3. Il podestà chiamato in giudizio per il proprio operato
- 4. Qualche suggestione
- 2. Governo della città e auto-governo del rettore nel Liber de regimine civitatum
- 1. I criteri con cui le città devono selezionare gli eligendi
- 2. I criteri con cui l’eletto deve scegliere i membri della sua curia
- 3. Un trattato nel trattato?
- 4. Il Liber de septem viciis et septem virtutibus dell’abate Giovanni
- 5. Una rivisitazione professionale del settenario
- 6. Andando oltre il settenario
- 7. Rettori e giudici: un’identificazione etica e professionale
- 8. Dal foro interno della coscienza al sindacato dei cittadini
- 9. Qualche suggestione
- 3. Sapientia al governo nel poemetto di Orfino da Lodi
- 1. Un poemetto civile
- 2. Il ruolo della Sapienza
- 3. Istruzioni in positivo e in negativo
- 4. Il governante tra società cittadina e società cortese
- 5. Giudici, arbitri, causidici e notai
- 6. Qualche suggestione
- 4. L’etica in positivo del Tresor: una parentesi eterodossa?
- 1. I criteri con cui i cittadini devono selezionare gli eligendi
- 2. Dalla voluntas di Giovanni da Viterbo alle ses volentez di Brunetto
- 3. Altri criteri di elezione
- 4. Un’etica in positivo
- 5. L’autonoma coscienza del bene e del male
- 6. La Penetenza come abiura?
- 7. Qualche suggestione
- Brevi osservazioni generali
- Bibliografia
- Indice dei nomi
In copertina: Vrigiet de solas, Paris, Bibliothèque nationale de France, fr. 9220, c. 6 r.
Federica Cengarle insegna Storia medievale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Studiosa di storia delle istituzioni e della cultura politica, ha pubblicato, tra l’altro, Immagine di potere e prassi di governo. La politica feudale di Filippo Maria Visconti (Roma 2006); Feudi e feudatari del duca Filippo Maria Visconti. Repertorio (Milano 2007); Lesa maestà all’ombra del Biscione. Dalle città lombarde ad una ‘monarchia’ europea (1335-1447) (Roma 2014).
-
Pisa - 19 Aprile ore 16:00
CENTRO CONGRESSI LE BENEDETTINE, AULA C