Dotate di un importante valore culturale e simbolico, le biblioteche pubbliche conoscono una forte diffusione durante l’età moderna diventando la vetrina delle ambizioni della Chiesa controriformistica prima e dello Stato assolutista poi. Per questo, quando la Rivoluzione arriva nella Penisola italiana, le investe. Se ne appropria. Le trasforma mettendole al servizio di un progetto di emancipazione collettiva.
Questo saggio studia le logiche e le forme di tale volontà politica, che porta alla costruzione di un nuovo ruolo sociale della biblioteca pubblica durante il decennio repubblicano fino a farne un laboratorio in costante trasformazione grazie all’intervento delle istituzioni pubbliche, ma anche grazie alle iniziative prese da una cittadinanza capace di riappropriarsi dialetticamente dello spazio bibliotecario e influenzarne la gestione. Studiato in questa prospettiva, l’ordine dei libri allora si rivela l’occasione per interrogare e rileggere la costruzione del nuovo regime in Italia.
- Introduzione
- 1. La nascita del patrimonio nazionale repubblicano
- 1. Le ragioni e il prezzo di un’alleanza
- 2. La malattia della Repubblica e le baionette guaritrici
- 3. Genesi e significato della legge del 19 fiorile
- 4. Un solo potere: l’esecutivo
- 2. Sotto la custodia della Nazione: le confische dei beni librari dell’anno VI
- 1. La direttiva Tadini
- 2. L’applicazione della direttiva: dall’Olona alla Repubblica
- 3. Il bilancio dei sequestri tra fonti d’archivio e stime
- 4. I valori molteplici di un bene conteso
- 3. Tra municipalità e Nazione: il processo di nazionalizzazione delle biblioteche
- 1. Le biblioteche nel progetto direttoriale
- 2. Libri e opere «portate sotto altro cielo repubblicano»
- 3. Una nazionalizzazione, molteplici realtà
- 4. Il tempo della riappropriazione democratica
- 5. La fine dell’interregno
- 4. L’impossibile nascita del sistema bibliotecario nazionale
- 1. Un bene comune senza un destino
- 2. Dal «piano nazionale librario» al «piano d’istruzione pubblica»
- 3. Salvare il patrimonio
- 4. Alla ricerca di una politica libraria
- 5. I perlustratori: le logiche e il significato di una scelta
- 6. Un ultimo sguardo sul Triennio
- 5. Un nuovo regime bibliotecario? Il caso di Brera
- 1. I molteplici insegnamenti di un censimento
- 2. Del valore di una dote
- 3. Al servizio della contro-rivoluzione
- 4. Un fragile mutamento repubblicano
- 5. Una nuova sociabilità bibliotecaria
- 6 Una nuova Prefettura per un nuovo ordine
- 1. L’affermazione di un’autorità libraria
- 2. Tra velleità e realtà, l’ineluttabile epurazione
- 3. Significati e logiche dell’amalgama libraria
- 4. Regolare l’ordine repubblicano: il deposito legale
- 7. Ex pluribus unam: la Biblioteca della Nazione
- 1. Il piano regolatore dell’anno IX
- 2. La liquidazione del progetto democratico
- 3. Brera trionfante o la fabbrica del capitale culturale
- 4. Dal cittadino al funzionario: un nuovo paradigma bibliotecario
- Conclusioni
- Appendice
- Indice dei nomi e dei luoghi
In copertina: Particolare di una carta intestata con il simbolo della Prefettura degli Archivi e delle Biblioteche Nazionali, dicembre 1800 (documento e crediti fotografici di proprietà dell’autore).
Francesco Dendena, docente a contratto presso l’Institut Catholique de Paris e ricercatore associato all’Archivio del Moderno, presso l’Università della Svizzera italiana, è uno specialista della storia politica e culturale dell’Europa rivoluzionaria e imperiale. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo I nostri maledetti scranni! Il movimento fogliante tra la fuga di Varennes e la caduta della monarchia, 1791-1792 (Guerini 2013).