All’indomani del 25 luglio 1943, la destituzione di Mussolini venne salutata con forme di distruzione simbolica del regime fascista (abbattimento di busti e statue del duce, cancellazione delle scritte murali, saccheggi delle sedi fasciste, falò purificatori, ecc.). I sette fratelli Cervi, insieme agli antifascisti del loro paese, portarono invece in piazza due bidoni del latte, ricolmi di pastasciutta; proposero, cioè, un banchetto collettivo all’interno del quale, senza distinzioni e gerarchie, una comunità avrebbe ritrovato un nuovo senso della propria identità. Alla fine degli anni Ottanta, si ebbe la felice intuizione di riproporre l’antico gesto dei sette fratelli; nel corso degli anni, la festa della pastasciutta antifascista si è diffusa in tutta Italia, fino a diventare una delle manifestazioni più importanti e conosciute dell’antifascismo italiano.
- Presentazione di Mirco Zanoni
- Premessa di Alberto Grandi
- Introduzione
- 1. La storia dei Cervi e la pastasciutta
- 1. Premessa
- 2. Il martirologio dei Cervi
- 3. Una nuova narrazione
- 4. La pastasciutta dei Cervi
- 2. 27 luglio 1943: la pastasciutta in piazza
- 1. Controversie su una data
- 2. Decisione, organizzazione e produzione della pasta
- 3. Dalla latteria di Caprara alla piazza di Campegine
- 4. Sul numero dei partecipanti alla festa
- 5. Sull’investimento economico per la pastasciutta
- 6. Qualità e tipologia della pastasciutta di Campegine
- 3. Come un carnevale
- 1. Premessa
- 2. Scamiciati, ubriachi e pazzi
- 3. Socialità e derisione
- 4. Teatralizzazioni carnevalesche
- 5. Bevute a garganella
- 6. Il carnevale dei Cervi
- 7. Antifascismo e saccheggi popolari
- 8. Spreco carnevalesco e forme redistributive
- 9. La distribuzione della pastasciutta
- 4. La fame inesauribile
- 1. Ideologia e cultura fascista dell’alimentazione
- 2. La cucina del poco e del senza
- 3. La fame e il suo sentimento
- 4. Astenia e dimagrimento progressivo
- 5. Pane e conflitto
- 5. Le sfide dei Cervi
- 1. La politica degli ammassi e la borsanera
- 2. Repressione e impotenza del regime
- 3. Borsanera e potlach dei Cervi
- 4. La piazza in festa
- 5. Tra catarsi e stasi aggregativa
- 6. La prefigurazione utopica di un nuovo mondo
- 7. Gli abbracci del 25 luglio
- 8. Guerra e deperimento della cultura del pasto comune
- 9. La condivisione della parola
- 6. Il dono dei Cervi
- 1. Verticalità del dono
- 2. Forme orizzontali di prodigalità e motivazioni del dono
- 3. L’idealizzazione fascista della mezzadria
- 4. La (relativa) agiatezza dei Cervi
- 5. Originalità e riscatto sociale dei Cervi
- 6. Sull’inaffidabilità anarchica dei Cervi
- 7. Gli arrestati del 25 luglio
- 7. La pastasciutta tra immaginario e consuetudini culinarie
- 1. Elementi storici
- 2. La pastasciutta dei napoletani
- 3. I futuristi contro la pastasciutta
- 4. Mitologie della cucina emiliana
- 5. La dieta contadina padana
- 6. Gastronomia festiva nel Reggiano
- 7. Del burro e del formaggio
- 8. La dieta dei Cervi
- 9. La sfoglia e la zuppa
- 10. Successo e declino della pastasciutta
- 8. Il fuoco di una tradizione
- 1. La pastasciutta e la crisi dell’antifascismo
- 2. L’idea della festa della pastasciutta e l’inizio della sua storia
- 3. Il consolidamento della festa e la rete delle pastasciutte antifasciste
- 4. Promotori, luoghi e date della festa
- 5. Lo spettacolo della festa
- 6. Tra fedeltà filologica e innovazione
- 7. Il successo simbolico della pastasciutta antifascista
- 8. La ridefinizione dei contenuti della festa
- 9. Un antifascismo da mangiare
- 10. Conclusioni
- Interviste e sitografia
- Indice dei nomi
In copertina: Bidone per la raccolta e il trasporto del latte (anni Trenta). Gattatico (RE), Museo di Casa Cervi.
Fotografia di John Freeman.
Marco Cerri, di formazione sociologica, da tempo si occupa di storia della Resistenza italiana. Si è già interessato alla vicenda della famiglia e dei fratelli Cervi in una ricerca sulla costruzione del loro mito nell’Italia repubblicana (Papà Cervi e i suoi sette figli. Parole della storia e figure del mito, Rubbettino, 2013).