Tra il 1917 e il 1918 i due grandi imperi multinazionali asburgico e zarista si dissolsero, ridisegnando i confini dell’Europa orientale. Gli stati successori inglobarono terre dal background giuridico eterogeneo, gelose delle proprie tradizioni.
La Romania non fece eccezione. Bucarest dovette armonizzare un caleidoscopio di leggi di diversa derivazione (austriaca, ungherese, russa, francese), scontrandosi con l’opposizione di quei romeni che negli imperi si erano formati e avevano costruito il loro percorso professionale.
Analizzando il processo di unificazione legislativa della Romania, il presente studio mira a fornire nuove interpretazioni non solo sulla difficile transizione post-imperiale europea, ma anche sul modo in cui determinate categorie socio-professionali (avvocati, magistrati e giuristi) coniugarono la loro appartenenza etnica ad altre, e spesso più importanti, identificazioni e priorità.
- Prefazione di Sara Lorenzini
- Introduzione
- 1. Il Vecchio Regno romeno tra State-building e aspirazioni nazionali (1859-1916)
- 1. Le origini della fragilità istituzionale
- 2. Costruire lo stato: le fondamenta
- 3. Dalle consuetudini ai codici
- 4. La prima Costituzione
- 5. Una difettosa separazione dei poteri
- 6. Un paese di avvocati
- 7. Contro l’imitazione: Titu Maiorescu e il diritto autoctono
- 8. Non solo francofili
- 2. La variegata eredità giuridica russa in Bessarabia
- 1. La Bessarabia zarista
- 2. Diritto e giustizia nella Bessarabia russa
- 3. La guerra e l’unione alla Romania
- 4. Un difficile impatto
- 5. Il primo passo verso l’unificazione
- 6. Tra difficoltà economiche e insubordinazione contadina
- 7. L’unificazione legislativa: tra eredità imperiali e modernizzazione
- 8. Il burrascoso rapporto con la Chiesa
- 9. Verso un’unificazione completa
- 10. Non solo vittime: gli abusi della magistratura in Bessarabia
- 11. Un bilancio
- 3. Abbandonare lo “spirito giuridico tedesco”. La Transilvania nella Grande Romania
- 1. La Transilvania asburgica e il nazionalismo romeno
- 2. Diritto e giustizia nella Transilvania asburgica
- 3. Solidarietà interetnica nel mondo giuridico
- 4. Lo scontro nell’avvocatura
- 5. L’unificazione legislativa
- 6. Una Cassazione transilvana
- 7. Una progressiva centralizzazione
- 4. «Si scrive ancora come al tempo di Francesco Giuseppe». Nazionalizzare la giustizia in Bucovina
- 1. La Bucovina prima dell’unione
- 2. Diritto e giustizia nella Bucovina asburgica
- 3. Diversi modi di essere bucovini
- 4. Avviare la nazionalizzazione
- 5. Tra confusione e nostalgia
- 6. La lingua tedesca in Bucovina
- 7. Insoddisfazione generale
- 5. Cosa resta degli imperi nella nuova giustizia romena? Le riforme degli anni Venti
- 1. Ottimismo post-bellico
- 2. I giuristi riformisti
- 3. Gli effetti della guerra sui magistrati
- 4. Le richieste dei magistrati
- 5. I primi progetti
- 6. Le critiche alla nuova Costituzione
- 7. Le riforme di Mârzescu e l’opposizione degli avvocati
- 8. Unificare l’ordinamento giudiziario
- 9. La nascita del Consiglio Legislativo
- 10. Un bilancio
- Conclusioni
- Bibliografia
- Indice dei nomi
In copertina: Chișinău, Palazzo di Giustizia, cartolina postale, Biblioteca Nazionale moldava.
Francesco Magno è Research Fellow presso il New Europe College di Bucarest. Nel 2021 ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’università di Trento, dove successivamente è stato anche assegnista di ricerca. Si occupa da anni di storia della Romania e dell’Europa sud-orientale. I risultati delle sue ricerche sono apparsi su importanti riviste italiane e straniere come «Passato e Presente», «Ricerche di Storia Politica», «East European Politics & Societies».