Studj romanzi. Nuova serie. XIII, 2017.

Testata: Studj romanzi. Nuova serie • Anno di pubblicazione: 2017
Edizione cartacea
pp. 204, ISBN: 9788833130064
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Edizione digitale

Jean de Meun e Chrétien de Troyes
Luciano Rossi

La prima parte del saggio prende in esame il recentissimo volume Jean de Meun et la culture européenne (Rennes 2017), le cui conclusioni appaiono decisamente discutibili. La seconda parte tenta di far luce sulle numerose affinità, ideologiche e testuali, che legano il Roman de la Rose all’opera di Chrétien de Troyes, con particolare riguardo al Chevalier de la Charrette.

In the first part of the article, the author reviews the highly questionable recent publication Jean de Meun et la culture européenne (Rennes 2017). The second part of the paper attempts to shed light on the numerous ideological and textual affinities that link the Roman de la Rose to the works of Chrétien de Troyes, with particular regard to the Chevalier de la Charrette.


Una radice della questione morale italiana: la Bolla di composizione
Paolo Maninchedda

Nel 1993 Andrea Camilleri pubblicò il libro La bolla di componenda, dedicato ad un tipo particolare di Bolla papale, la Bolla di composizione, legata alla Bolla di crociata, diffusa nel meridione d’Italia fino ai primi anni dopo l’Unità. Egli non trovò né il testo né alcun originale, ma diede comunque conto di un certo numero di testimonianze indirette. Questo saggio fornisce l’edizione, il commento e la riproduzione fotografica dell’originale di una Bolla di composizione diffusa in Sicilia nell’anno 1800.

In 1993 Andrea Camilleri published his La bolla di componenda, the book dedicated to a particular type of Papal Bull, the Bull of composition, linked to the Bull of the Crusade, which spread in southern Italy until just after the Unification. Although he was unable to find either the text or any originals, he nevertheless gave an account of a certain number of indirect testimonies. This essay provides the edition, commentary and photographic reproductions of the original of a Bull of composition circulating in Sicily in the year 1800


Dos precursores de la teoría tradicionalista de R. Menéndez Pidal: J. Costa y M. de Unamuno
Julián Santano Moreno

Il concetto di tradizione elaborato da Ramón Menéndez Pidal nei suoi studi sulla poesia popolare, e cioè un tipo di poesia collettiva che è il risultato di creazioni individuali molteplici e che si elabora e trasforma attraverso varianti dovute ai cantori, è stato considerato come originale senza che ci siano antecedenti chiari di una tale concezione. Questa concezione originale avrebbe caratterizzato l’origine e lo sviluppo della cosiddetta scuola di filologia spagnola. Il lavoro esamina la teoria di due precursori, Joaquín Costa e Miguel de Unamuno, che nei loro scritti di natura diversa hanno sviluppato i principi fondamentali presenti posteriormente nella filologia di Ramón Menéndez Pidal e della scuola spagnola.

Ramón Menéndez Pidal’s concept of tradition as envisioned in his studies of popular poetry, that is to say a kind of collective poetry resulting from multiple individual creations and constantly evolving itself due to the singers’ numerous variants, was considered as one of the most original contributions to the Spanish romance tradition. This original conception was meant to be one of the founding principles of the School of Spanish philology. It is my aim to illustrate the theories of Joaquín Costa and Miguel de Unamuno, two forerunners who in their writings developed the principles of Pidal’s later philology and the Spanish School.


L'Ataüt: un tombeau poétique per Arnaut Daniel
Monica Longobardi

Quattro poeti e filologi occitani del XX secolo tributano un omaggio ad Arnaut Daniel. Le loro sestine, oltre a replicare in varie guise il noto congegno, riflettono un particolare senso di appartenenza ad una letteratura, quella occitana post-medievale, ancora viva e ricca nei generi e negli esiti, ma da secoli eclissata dalla francese. Anche questo tombeau poétique è l’occasione per esprimere orgoglio e l’augurio del suo riscatto.

Four Occitan poets and philologists of 20th century make a tribute to Arnaut Daniel. Their sextains, in addition to replicating the famous retrogradatio cruciata in various forms, reflect a particular sense of affiliation to an Occitan, post-medieval literature that is still rich and alive in its genres and outcomes, even if it has been eclipsed for centuries by the French tradition. This tombeau poétique is also an opportunity to express pride and hope for its redemption.


Aironi o gru: note sui canzonieri provenzali A e B e sulla loro decorazione
Sabina Marinetti

L’articolo ripercorre le ipotesi sull’origine dei canzonieri provenzali A e B per poi soffermarsi su aspetti codicologici e, in particolar modo, sull’apparato decorativo di questi due codici, rilevando i punti di forte contatto che assicurano il loro stretto rapporto e indicano come probabile la provenienza dallo stesso luogo di produzione.

The paper retraces the theories on the origin of the Provençal chansonniers A and B, then dwells on codicological aspects and, in particular, on the decorative apparatus of these two codices, detecting the points of strong contact that ensure their close relationship and that indicate as probable the origin from the same place of production.


Un sonetto di polemica stilistica dal Vat. lat. 2909
Lorenzo Mainini

L’articolo propone l’edizione e il commento d’un sonetto duecentesco (Manti son queil ke ’n superlativo), rinvenuto sull’ultima carta del codice BAV, Vat. lat. 2909. Il principale interesse del testo risiede nella sua polemica verso le forme dell’obscuritas, di plausibile tradizione guittoniana.

The paper proposes the edition and commentary of a thirteenth-century sonnet (Manti son queil ke ’n superlativo), found in the last folio of the manuscript BAV, Vat. lat. 2909. The main interest of the text concerns its polemic towards the forms of obscuritas, probably linked to the “school” of Guittone d’Arezzo.