Working closely with academics worldwide, in hopes of facilitating cultural exchange and widening the
circulation of historical and other humanistic research, Viella will now offer in English both original works and
translations of existing studies.
Lucia Lazzerini, Appunti e riflessioni in margine all’ecdotica di Gianfranco Contini (p. 7-25).
Giuseppina Brunetti, «Diffondere l’abitudine della dimostrazione positiva e scientifica anche al di là del regno delle cifre e delle linee». Riflessi della nuova scienza e critica del testo in Italia fra 1860 e 1880: l’esempio Caix (p. 27-50).
Silvia De Laude, Un libro, una prefazione e la lettera a un amico: E.R. Curtius e Europäische Literatur una lateinisches Mittelalter nel 1945 (p. 51-60).
Autori filologi
Alessandro Pancheri, «Petrarca filologo» e la tradizione romanza: appunti minimi sui “canoni” degli autori volgari nei Trionfi e nel Canzoniere (p. 63-72).
Carla Battelli, Poliziano e la critica testuale. Inventiunculae? (p. 73-88).
Carlo Pulsoni, Pietro Bembo filologo volgare (p. 89-102). Andrea Comboni, «Non mutando, né modo di scrivere, né parole, né voci»: Remigio Nannini editore della Vita di Pietro Avogadro di Antonio Cornazano (p. 103-130).
Arianna Punzi, Per la fortuna dei romanzi cavaliereschi nel Cinquecento: il caso della Tavola Ritonda (p. 131-154).
Luigi Trenti, La «speranza» del poeta: le lettere leopardiane sull’edizione mancata delle Canzoni (p. 155-165).
Discussione
Claudio Giunta, Prestigio storico dei testimoni e ultima volontà dell’autore (p. 169-198).
Miscellanea
Saverio Guida, Dove e quando fu composto il sirventese Cantarai d’aquestz trobadors (p. 201-226).
Andrea Brusoni, Il partimen “En Raimbaut, pros dompna d’aut paratge” (BdT: 238,2) (p. 227-243).
Guglielmo Gorni, Francesca, o la cognizione del dolore. Riscritture nel quinto dell’Inferno (p. 245-252).
Carlo Santini, Vexilla inferni (p. 253-257).
Giovanni Borriero, «Quantum illos proximius imitemur, tantum rectius poetemur». Note sul Chigiano L. VIII. 305 e sulle “antologie d’autore” (p. 259-286).
Fabio Massimo Bertolo, Un caso di plagio quattrocentesco: il Dialago de Palimaco et de Pillarcho di Angelo Caracciolo napoletano (p. 287-292). Giorgio Brugnoli, Intertesti volatili dei Sepolcri (p. 293-300).
Federico Scaramuccia, L’Arca di sasso. Una sestina “sofferta”. Appunti sulla Sestina a Firenze di Franco Fortini (p. 301-326).
Luca Marcozzi, Il seme e il frutto del piangere: i Versi Livornesi di Giorgio Caproni (p. 327-337).
Gioia Paradisi, Lancelot du lac. Bresson e la scrittura del mito (p. 339-345).
A proposito
Fortunata Latella, Il soggettivismo nella prima lirica italiana (in margine ad un libro recente) (p. 349-356).
Annalisa Comes, Dante e il «verso dai mille addii»: Osip Mandel’stam, Conversazione su Dante (p. 369-373).