Novecento.org. n. 17, giugno 2022.

Testata: Novecento.org • Anno di pubblicazione: 2022
Edizione cartacea
pp. , ISBN: 9791254691090
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Edizione digitale

Introduzione al dossier
Andrea Di Michele e Costantino Di Sante


Le tensioni nazionali nell’Impero e il cambio di sovranità, il caso trentino
Elena Tonezzer

Negli ultimi cento anni, diversi confini hanno separato il territorio del Trentino e dell’Alto Adige in punti che sono cambiati nel tempo. Il saggio analizza la questione dell’identità nazionale della popolazione trentina nel periodo che va dalla fine dell’Ottocento al primo dopoguerra, esaminando il quadro locale e i rapporti complessi con il Regno d’Italia: un sistema in cui gioca un ruolo importante anche lo sport, in particolare il ciclismo e l’escursionismo.


Il fascismo al Brennero. Un breve profilo per questioni
Carlo Romeo

Dai governi liberali degli anni Venti del Novecento alla “Nuova Bolzano” del regime fascista negli anni Trenta, l’autore ricostruisce la storia di Bolzano e del suo territorio durante il periodo di nascita e affermazione della dittatura in Italia.


Le opzioni del 1939
Andrea Di Michele

L’articolo tratta delle cosiddette “opzioni”, ovvero l’accordo del 1939 tra Germania nazista e Italia fascista riguardante l’Alto Adige. Negli ultimi mei del 1939, la popolazione di lingua tedesca del territorio dell’attuale provincia di Bolzano e della Valcanale in provincia di Udine fu posta davanti alla scelta di emigrare nel Reich o rimanere nelle proprie case abbandonando qualsiasi prospettiva di mantenimento della propria identità linguistica e nazionale. L’accordo nasceva dall’esigenza dei due alleati di risolvere definitivamente un elemento di frizione posto ai confini tra Italia e Germania. Anche a seguito di un’aggressiva azione propagandistica dei nazisti, la stragrande maggioranza dei sudtirolesi optò per il Reich e di questi, circa 77.000 emigrarono.


Il Polizei- und Durchgangslager di Bolzano
Costantino Di Sante

Il campo di concentramento di Bolzano è stato uno dei principali luoghi di tortura e di deportazione nazista in Italia. La sua storia e ancora poco conosciuta nonostante negli ultimi anni sia diventato un luogo di memoria. In questo contributo sono ricostruite le vicende che vi sono accadute dalla sua costituzione, maggio 1944, fino al suo scioglimento avvenuto nell’aprile del 1945.


Uscire dalla guerra. Giustizia e tribunali
Cecilia Nubola

Quale fu la situazione dell’Italia alla fine della Seconda guerra mondiale, al termine di un conflitto lungo e particolarmente cruento sfociato in Italia nella guerra civile degli anni 1943-1945? Quali furono le modalità e gli strumenti con cui i governi del dopoguerra cercarono di chiudere i conti con il passato regime fascista e la Repubblica sociale italiana? Uno degli strumenti più importati fu la giustizia.


Le sorti dell’Alto Adige dopo la seconda guerra mondiale e l’Accordo De Gasperi-Gruber
Andrea Di Michele

Alla fine della Seconda guerra mondiale, a livello internazionale si pose ancora una volta la questione circa il destino dell’Alto Adige. Era già successo al termine della Grande Guerra e, in entrambi i casi, le sorti della provincia di confine vennero stabilite sui tavoli internazionali degli accordi di pace. È in tale contesto che si inserisce l’Accordo De Gasperi-Gruber, firmato dai ministri degli Esteri di Italia e Austria, che gettò le basi per la successiva soluzione autonomista. Intorno a tale accordo, si sono spesso confrontate interpretazioni differenti, che solitamente hanno attribuito un ruolo sproporzionato, positivo o negativo che sia, ai due firmatari. Tutto ciò con riferimenti spesso deboli al contesto più ampio in cui agirono i due uomini politici. In questo contributo si vuole mostrare come a decidere le sorti dell’Alto Adige, più che i meriti o gli errori dei due protagonisti che hanno dato il nome all’accordo, sia stato proprio il quadro internazionale.


Dalla crisi della prima autonomia al terrorismo in Alto Adige/Südtirol
Giorgio Mezzalira

L’autore riflette sul periodo degli anni Cinquanta e primi anni Sessanta, nel quale il clima in Alto Adige/Südtirol cambia radicalmente, rispetto all’atmosfera di distensione dell’immediato dopo guerra. A partire dal 1953, anno della svolta nei rapporti tra Roma, Bolzano, Innsbruck e Vienna e dell’apertura di una vera e propria crisi, i rapporti si vanno facendo progressivamente sempre più tesi, fino ad arrivare all’uso della violenza come arma politica e alla cosiddetta “notte dei fuochi” .


Scuola, lingua e autonomia in provincia di Bolzano
Siegfried Baur

Con il secondo Statuto d‘autonomia del 1972, la problematica delle minoranze in Alto Adige/Sudtirolo e la cooperazione tra i gruppi linguistici entra in una cornice costituzionale, realizzando in gran parte l’Accordo Degasperi-Gruber del 5 settembre 1946. Il testo riflette su evoluzioni e cambiamenti che hanno attraversato la regione dagli anni Settanta ai giorni nostri.


La storia dell’Alto Adige nella letteratura
Alessandro Costazza

Alcune riflessioni sul rapporto tra storiografia e letteratura nel territorio dell’Alto Adige/Südtirol, che riprendono quanto trattato dall’autore nel saggio Storiografia e letteratura: parallelismi, differenze e scambi di ruoli, pubblicato nel volume Alessandro Costazza / Carlo Romeo (a cura di), Storia e narrazione in Alto Adige / Südtirol, Edizioni alphabeta, Merano 2017.


Questioni controverse da discutere in classe. Tecniche didattiche nell’insegnamento della storia e dell’educazione civica
Paolo Ceccoli

L’autore illustra spunti e riflessioni emerse dalla conferenza di Euroclio, la prima a essere organizzata in forma completamente virtuale a causa della pandemia di CoViD-19. Al centro dell’appuntamento è stato il tema “Controversia e disaccordo nelle classi”, al quale è legata una ricerca riguardante la formazione di insegnanti capaci di fornire agli studenti i mezzi necessari per acquisire le competenze civiche e le abilità sociali utili alla comprensione e alla trasformazione del dissenso in apprendimento.


Le parole per dirsi. La scrittura autobiografica, strumento di promozione personale e comunitaria
Barbara Calaba

Quello che segue vuole proporsi come uno spazio di riflessione dedicato alla scrittura autobiografica, alle sue declinazioni in contesti scolastici e ai possibili incroci con la didattica delle discipline storiche. L’obiettivo è quello di sviluppare considerazioni sull’efficacia di una metodologia che può assumere carattere di strumento privilegiato per educare alla memoria e valorizzare la storia di cui ciascuno è portatore e le tante storie che si intrecciano alla nostra, comprese quelle raccolte da testimoni. L’articolo prende spunto da alcuni progetti di scrittura autobiografica realizzati in alcune scuole primarie e secondarie di primo grado e descrive le fasi in cui si è articolato il lavoro, che ha implicite connessioni con gli obiettivi delle discipline storiche, nel senso che educa alla valorizzazione, alla produzione e all’utilizzo e di una fonte, la memoria, particolarmente importante tra gli strumenti a disposizione di chi fa storia.


Stato e mercato: modelli di sviluppo in atto e cambiamenti necessari
Monica Rook e Francesca Di Marco

Affrontare il rapporto fra Stato e Mercato, riflettere con le /gli studenti sui modelli di sviluppo in atto e sui cambiamenti necessari è un esercizio utile soprattutto in questo momento in cui la crisi pandemica ci spinge a interrogarci con ancora più urgenza su quale economia e quale crescita siano sostenibili. E questo è possibile proprio ripercorrendo alcuni momenti importanti nella storia del lavoro e delle lavoratrici e dei lavoratori dal 48 ad oggi, riflettendo sul lavoro e sul suo legame con l’affermazione della persona e con la tutela dei diritti, sempre più messi in discussione da un lavoro che cambia nella qualità e nelle modalità, e che rischia di perdere la sua caratteristica portante di strumento di partecipazione e di orientamento umano e politico.


La Rete Parri e l’Educazione civica. Note e indicazioni emergenti dalle attività degli Istituti
Andrea F. Saba

Attraverso l’analisi dei dati ricavati dal rilevamento specifico effettuato in occasione dei Cantieri della Didattica online del 2021, nonché dagli interventi della giornata di studio del 19 marzo 2021, è stato possibile ricostruire un quadro complessivo delle attività di formazione e aggiornamento dei docenti e di intervento didattico con le scuole e gli studenti sull’insegnamento dell’Educazione civica, sia con la trattazione di tematiche e l’uso di modalità relative alla cittadinanza già adottate da tempo dalla rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea in Italia associati all’Istituto nazionale F. Parri, sia con progettazioni specifiche pensate sulla base delle linee tratteggiate dalla Legge 92/2019, istitutiva della nuova disciplina.


Scuola libera tutt*. Libri, esperienze e Storie per crescere liber*
Sara Marini e Elisabetta Serafini

Il 27 e 28 aprile scorsi si è svolto online il seminario Scuola libera tutt*. Libri, esperienze e Storie per crescere liber*, organizzato dalla Società Italiana delle Storiche (Sis) in collaborazione con SCoSSE. Il seminario – evento di apertura del progetto Storia libera tutte (Sis), tra i vincitori del bando I luoghi delle donne della Regione Lazio – è stato pensato come luogo di riflessione a più voci sull’adozione della prospettiva di genere nella relazione educativa, con specifico riferimento all’insegnamento della storia. Da quel denso seminario nascono le considerazioni delle organizzatrici, un invito a continuare a ragionare e confrontarsi sul come rendere la scuola uno spazio in cui crescere liber*.


Ricordare, imparare, praticare: spunti operativi per una didattica delle deportazioni
Laboratorio Lapsus

Questo breve contributo vuole provare a riflettere su quelli che sono i temi ad oggi centrali nel dibattito fra storia e memoria, provando ad affrontarli all’interno del quadro delle esperienze didattiche e educative legate alla didattica della storia delle deportazioni nazifasciste. Si proverà ad offrire una panoramica delle problematiche principali che come storici ed educatori di Laboratorio Lapsus abbiamo incontrato negli anni di attività con le scuole e i centri di educazione territoriale: l’obiettivo non sarà fornire risposte univoche a questioni complesse, quanto piuttosto suggerire metodologie e possibili pratiche a nostro avviso efficaci.


Insegnare la storia a teatro. Dialogo con l’attore, drammaturgo e regista Marco Gobetti
Maurizio Guerri

L’articolo nasce come un dialogo a distanza con l’attore, autore, regista Marco Gobetti intorno ad alcune sue esperienze particolarmente importanti per chiunque si interessi di didattica della storia: le Lezioni recitate e il Teatro di riciclo. Ambedue queste esperienze hanno a che fare con il tentativo di porre in una nuova relazione il teatro e la storia rimettendo in movimento la memoria e dando voce a un teatro civile, capace di prendere posizione nella storia.


Memoria e identità in Europa: questioni e problemi in Europa orientale
Paolo Ceccoli

La promozione della memoria pubblica in Europa è ormai uno dei terreni più arati dalla ricerca storica e dalla pratica della cosiddetta public history. Le iniziative prese dai governi, dai centri di ricerca, dalle ONG e dalle fondazioni sono ormai innumerevoli. In questo articolo diamo conto di un convegno che si è tenuto a Tallin nell’ottobre scorso. In quella sede operatori e ricercatori per lo più provenienti dai paesi europei che si trovavano un tempo “oltre cortina” si sono interrogati sui temi dell’identità europea, del suo significato visto dallo spazio un tempo sotto l’influenza sovietica e sull’interpretazione storiografica dell’anno 1989 come anno periodizzante della storia europea e mondiale. Le considerazioni riportate cercano di fornire spunti alla riflessione dei docenti che devono insegnare questi aspetti della storia recente.


La storia non si ripete: si rinnova. Conversazione con Carlo Greppi
Enrico Manera

Il tema della storia pubblica, inteso nella sua accezione più ampia, è molto caro a Novecento.org, sia per la missione culturale che i vari Istituti svolgono per la storia delle società contemporanee sia per il ruolo che gli insegnanti hanno rispetto alla società e all’educazione delle nuove generazioni. Carlo Greppi (nato nel 1982) è uno storico e uno scrittore, viene dal mondo della ricerca ma anche della promozione sociale. Ricercatore in Istoreto e collaboratore della Rete Parri, di quest’ultima è stato membro del Comitato scientifico. Nei suoi lavori il tema storico è sempre declinato con uno sguardo verso l’attualità e il futuro, con un tratto civile marcato che nei contesti più disparati assume caratteri di militanza dichiaratamente antifascista. Attualmente dirige una collana di storia (Fact Checking) per Laterza che si propone di affrontare nodi di storia controversiale, ad alto tasso di uso pubblico della storia, e recentemente con un gruppo di studiosi/e, ha dato vita a un manuale per le scuole superiori per il medesimo editore. La conversazione che segue, nell’attenzione che Novecento.org dedica a manuali scolastici e divulgazione storica, intende dunque mettere a fuoco, attraverso il confronto con una officina editoriale, i problemi del lavoro storico riguardo alla comunicazione, sia per la domanda pubblica di storia non specialistica sia per le esigenze didattiche che il presente ci pone.


Insegnamento della storia ed educazione alla cittadinanza in Europa. Intervista a Piero Simeone Colla
Andrea Di Michele e Aldo Gianluigi Salassa

Intervista a Piero Simeone Colla sui temi dell’insegnamento della storia in Europa, dell’educazione alla cittadinanza europea, dell’uso strumentale del discorso storico ai fini propagandistici in alcuni paesi del vecchio continente e sul ruolo delle tecnologie nell’apprendimento.


Archeologia di Beppe Fenoglio. Uno scrittore partigiano raccontato attraverso i suoi oggetti
Marianna Bucchioni

Dopo aver delineato un quadro di riferimento sullo stato dell’arte per quel che riguarda l’archeologia dell’età contemporanea, si procede a indagare la storia di Beppe Fenoglio con i metodi dell’archeologia, cioè lo studio dei resti materiali del passato. L’operazione porta a dipingere un ritratto dello scrittore-partigiano e allo stesso tempo a raccontare le storie degli oggetti della sua vita, usandoli come fonti per la costruzione di una biografia archeologica. Attraverso l’osservazione e lo studio di oggetti personali, di alcuni elementi architettonici e l’analisi della loro material agency, si restituisce una chiave di lettura archeologica al complessivo quadro storico. Alcuni oggetti presi in esame provengono dalla raccolta del Centro Studi Beppe Fenoglio, altri sono conservati dagli eredi, altri ancora disseminati tra le colline delle Langhe e il centro storico di Alba.


Alle origini della educazione fisica
Stefania Bertelli

Si propone uno studio di caso dedicato alla ricostruzione della storia dell’educazione fisica in Italia, in particolare il suo ingresso in ambito scolastico e le declinazioni che ebbe nel corso del periodo postunitario, in cui si contrapposero le scuole di pensiero di Obermann e Baumann, l’una ispirata a principi educativi rigorosamente militareschi, l’altra aperta al concetto di benessere psico-fisico, fino ad arrivare al fascismo, per comprendere le motivazioni che ne hanno determinato l’affermazione, il ruolo formativo che ebbe, l’interpretazione che ne diede il regime fascista nel progetto educativo imposto alla gioventù italiana.


Storie e luoghi della presenza ebraica a Verona
Alessia Marchiori e Chiara Brusco

L’articolo illustra due studi di caso realizzati rispettivamente in una classe seconda (biografie di ebrei veronesi) e in una terza (luoghi della presenza ebraica a Verona) di una scuola secondaria di primo grado, in occasione del Giorno della Memoria. Le fonti e i documenti utilizzati, nonché i risultati ricavabili da ambedue i dossier di lavoro, concorrono a creare un fitto dialogo, una densa rete di rimandi e a favorire quindi una fase di collaborazione e condivisione tra le due classi. Gli studi di caso permettono agli studenti di incrociare, attraverso l’interpretazione e il confronto tra fonti scritte, audiovisive, materiali o iconografiche, tracce di memoria appartenenti alla storia del proprio territorio con quella riportata dai manuali scolastici affrontata (nel caso specifico dell’Olocausto) nel secondo quadrimestre o nell’anno successivo (per la seconda).


La bambina dietro gli occhi. Un progetto di PCTO per narrare la Shoah ai bambini
Ileana Orsini

Accogliere le sfide portate dalla pandemia è diventato un dovere per i docenti intenzionati a motivare allo studio i propri studenti.

A partire da un progetto annuale proposto dall’Associazione Progetto Memoria di Roma, che prevedeva la lettura del libro “La bambina dietro gli occhi” di Yehudith Kleinman[1], studenti e insegnanti di una classe III del Liceo Scienze Umane dell’IIS “Europa Unita” di Chivasso (TO) hanno ideato un progetto di Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) volto a trasformare il libro in un audiolibro, corredato di giochi interattivi ed approfondimenti educativi sulla Shoah, per bambini degli ultimi anni della scuola primaria.

La sperimentazione dei materiali didattici predisposti dalle studentesse per la fruizione da parte di più classi della Scuola Primaria “Dasso” di Chivasso e la possibilità di incontrare i bambini, seppure a distanza, ha restituito una realtà didattica viva, sfidante ed inclusiva, in cui la storia può essere appresa, attualizzata ed interiorizzata attraverso riflessioni profonde, ma anche con giochi interattivi.


Li chiamavano banditi. Raccontare la Resistenza nelle scuole del primo ciclo
Elena Mastretta

In questo articolo si descrivono attività didattiche sulla Resistenza rivolte a studenti del primo ciclo. Si tratta in particolare di due attività, che riflettono sui modi di raccontare la Resistenza: una incentrata sulla lettura guidata di testi di narrativa per ragazzi, in particolare di Guido Petter, relativi al tema della Resistenza; l’altra è un confronto tra alcune esperienze di scrittura tratte da un giornale clandestino, facilmente reperibile online sulla Banca dati dell’Istituto Parri Stampa clandestina e la descrizione di come tale giornale fu pensato e realizzato dal suo fondatore, Guido Petter, attraverso le parole con cui egli stesso lo descrisse in uno dei suoi libri per ragazzi sull’esperienza resistenziale.


1992. Mafia e antimafia tra storia e media
Davide Sparano e Filippo Mattia Ferrara

L’articolo che segue ricalca la struttura dell’attività didattica 1992. Mafia e antimafia tra storia e media presente nell’Offerta Formativa dell’Istituto Storico Parri Bologna Metropolitana per l’anno scolastico 2021-2022. L’obiettivo è partire da una riflessione che si innesta volutamente con il trentesimo anniversario delle stragi del 1992, in particolare l’attentato di Capaci, attraverso un’analisi dei fenomeni mafiosi compiuta da due diverse angolazioni: gli eventi storici e i processi di creazione dell’immaginario collettivo che ne sono a corollario. L’attività didattica della durata di tre ore è rivolta alle classi terze della scuola secondaria di primo grado e tutte le classi della secondaria di secondo grado. L’attività si divide in due parti della durata di un’ora e mezza ciascuna. La prima parte aiuterà studenti e studentesse a comprendere il contesto storico nel periodo compreso tra l’ascesa del clan dei Corleonesi al vertice di Cosa Nostra e la strage del 23 maggio 1992. Questo percorso sarà integrato con la ricostruzione della biografia di Giovanni Falcone realizzata mediante strumenti digitali che permettono di aprire approfondimenti con fonti di differente tipologia. Nella seconda parte, attraverso l’analisi di fonti multimediali, sarà possibile spostare lo sguardo su come – in quei mesi del 1992 che segnano uno spartiacque nella storia italiana – i media contribuiscono a creare un immaginario collettivo potentissimo legato alla narrazione di mafia antimafia e dei suoi protagonisti.