Novecento.org. n. 18, dicembre 2022.

Testata: Novecento.org • Anno di pubblicazione: 2022
Edizione cartacea
pp. , ISBN: 9791254693162
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Edizione digitale

Intervista a Grazia Francescato
Enrico Pagano

Grazia Francescato è una delle figure di riferimento del mondo ambientalista italiano ed europeo, con la sua attività politica, di giornalista e scrittrice. È stata presidente del WWF Italia, membro del WWF International Board, presidente della Federazione dei Verdi e portavoce dei Verdi Europei, deputata nella XV Legislatura repubblicana. Una leader storica dell’ambientalismo, una delle rare figure femminili del panorama politico e anche associativo assurte a ruoli da leadership. A lei abbiamo chiesto di rappresentarci il suo autorevole punto di vista su alcune questioni generali, in prospettiva storica ma anche sul presente e sul futuro, come avvio dei lavori di un’iniziativa formativa importante come la Summer School dell’istituto Nazionale Ferruccio Parri, dedicata al tema “Sviluppo sostenibile, ambiente e patrimonio nell’Educazione civica”.


Resilienza o Slow Violence? Nuove interpretazioni per leggere l’evoluzione delle aree interne nella storia d’Italia
Roberta Biasillo

Le riflessioni di questo saggio partono dalle varie forme di degrado ambientale e dalle modalità di creazione di squilibri e nuovi equilibri tra comunità e ambiente. La recente storiografia sul tema ha innovato le categorie di disastro ambientale anche prendendo in prestito concetti quali fast violence e slow violence, che afferiscono alla ecologia politica e all’ecocriticismo. Altro concetto introdotto soprattutto nell’ambito dell’intervento pubblico è quello di resilienza. Tra i territori che oggi vengono classificati come resilienti ci sono le aree interne perché, nonostante nell’ultimo secolo e mezze esse abbiano dovuto fare i conti con la perdita di popolazione e la perdita di dinamicità a livello economico, questi territori oggi mostrano una vitalità fino a pochi decenni fa non immaginabile e che inevitabilmente presenta anche rovesci della medaglia. Questo saggio rilegger il caso delle aree interne italiane a partire dall’Unità attraverso la categoria di resilienza e l’intreccio di questa con le forme di fast e slow violence.


L’impatto dell’uomo sull’ambiente in una prospettiva di lungo periodo
Luca Mocarelli

Il contributo intende ricostruire in modo molto sintetico l’interazione tra l’uomo e l’ambiente in una prospettiva di lungo periodo e in un’ottica storico-economica, evidenziando gli snodi e i cambiamenti fondamentali che si sono verificati nel corso del tempo. Dopo una breve introduzione di carattere storiografico verranno presentati i cambiamenti prodotti dall’invenzione dell’agricoltura, la prima grande rivoluzione economica della storia, con particolare riferimento alle trasformazioni prodotte sull’ambiente, per passare poi a esaminare i mutamenti, ben più profondi e radicali, prodotti, di già dalla prima rivoluzione industriale, ma poi ancor più dalla seconda rivoluzione industriale. Nella parte finale si analizzerà invece quanto accaduto nell’ultimo secolo dove i sempre più evidenti effetti dell’antropocene hanno suscitato, almeno nei paesi sviluppati, l’emergere di una coscienza ambientale sempre più forte.


Confini planetari ed emissioni di CO2. I potenziali impatti del modello di economia lineare nell’Antropocene
Desirée A.L. Quagliarotti

Secondo gli esperti, siamo entrati in una nuova epoca geologica, l’Antropocene, caratterizzata da una pressione umana sui sistemi naturali talmente forte da poter essere paragonata alle forze che hanno trasformato la Terra nel corso della sua lunga storia. Obiettivo di questo lavoro è di rilevare come in uno scenario di grandi trasformazioni antropiche dei sistemi naturali, il deterioramento del quadro climatico e ambientale possa assumere sempre più il ruolo di variabile esplicativa nel plasmare le vicende storiche più recenti e nel disegnare il panorama geopolitico globale. In particolare, partendo dal concetto di sicurezza, intesa sia nel suo significato più convenzionale e monodimensionale di hard security sia in quello più recente e multidimensionale di soft security, si analizzerà il ruolo del cambiamento climatico come “amplificatore di minacce”, ovvero di variabile esplicativa nell’esacerbare il grado di conflittualità e il livello di instabilità di aree già fragili dal punto di vista ambientale, socio-economico e politico.


Paesaggio e patrimonio territoriale. Dalla storia alla coscienza di luogo
Rossano Pazzagli

Paesaggio è un termine polisemico. Il paesaggio non è solo ciò che si vede, ma un insieme di relazioni e di funzioni che esprimono il valore di un territorio. A leggerlo bene, il paesaggio ci dice qualcosa non solo sulle trasformazioni storiche, ma anche sulle prospettive future di un territorio. L’articolo concentra l’attenzione su questa connessione, con particolare attenzione al ruolo dell’agricoltura, toccando essenzialmente quattro aspetti: dallo spazio al territorio; il paesaggio agrario, la patrimonializzazione del paesaggio; educare al paesaggio.


Il genocidio, la Shoah, le Foibe
Marcello Flores

Da dove nasce la definizione di genocidio? Come si è sviluppata? E perché la si può applicare alla Shoah e non alla vicenda delle Foibe? In questo articolo Marcello Flores risponde a questi fondamentali quesiti. Il saggio fa parte del dossier “Per il Giorno del Ricordo”, pensato per offrire alle/ai docenti materiali e riflessioni utili per affrontare la data del calendario civile con le proprie classi.


Scritture di frontiera. L’esodo giuliano-dalmata nella letteratura di confine
Enrico Miletto

Tassello italiano del più articolato mosaico degli spostamenti forzati di popolazione che interessarono l’Europa nell’immediato dopoguerra, l’esodo giuliano-dalmata ha faticato a trovare spazi di riconoscimento nella distratta Italia del dopoguerra e in quella dei decenni successivi. In questo senso, ad anticipare il lavoro degli storici e della storiografia è intervenuta la letteratura: le riflessioni di poeti, scrittori e letterati costituiscono dunque un prezioso punto di riferimento cui guardare e con il quale dialogare per analizzare i passaggi salienti del lungo Novecento istriano che ha nell’esodo uno snodo cruciale. Il confronto con la letteratura dell’esodo, vero e proprio genere narrativo, consente dunque di indagare le cause, i processi e le dinamiche di un processo che, attraversandola trasversalmente, rappresentò un trauma collettivo per l’intera comunità italiana, sia per quanti partirono, sia per coloro, una minima parte, che decisero invece di restare, trovando proprio nella letteratura uno strumento fondamentale per mantenere viva e coltivare la propria italianità.


Lingua, spazio, nazione. Potenzialità didattiche di alcune parole chiave nella storia della frontiera adriatica
Marco Salbego

Questo breve contributo vuole suggerire alcune prospettive di lettura delle vicende otto-novecentesche nell’area alto adriatica, con l’intento di valorizzarne gli aspetti particolarmente stimolanti in sede didattica. Nostra convinzione, infatti, è che la storia dell’Alto Adriatico rappresenti un “laboratorio della contemporaneità” che, se adeguatamente affrontata, può offrire interessanti spunti di riflessione di carattere interdisciplinare.


Le Linee guida per la didattica della Frontiera adriatica: un’occasione da non perdere
Fabio Todero

Il testo si sofferma sulle Linee guida per la didattica della Frontiera adriatica pubblicate dal Miur il 21 ottobre 2022 e realizzate da Giuseppe Parlato, Raoul Pupo, Guido Rumici, Roberto Spazzali. Il documento, ricco e molto articolato, indica la necessità di contestualizzare le vicende cui fa riferimento la legge istitutiva del Giorno del Ricordo, e di operare un’analisi di lungo periodo. Vi viene inoltre sottolineata la necessità di porre in atto una strategia comparativa, uscendo dai limiti angusti delle storiografie nazionali. Oggetto dello studio è infatti un’area di frontiera, ovvero una terra di scambi, di transizione e di “sovrapposizioni”. Le Linee colgono perfettamente un altro dato didatticamente rilevante: lo studio della Frontiera Adriatica può svolgere un ruolo chiave nei percorsi didattici dei docenti, nel momento in cui esso venga affrontato come un autentico “laboratorio della contemporaneità”. Vi si sono concentrati infatti problemi come la nascita dell’identità nazionale, il degenerare di questi in altrettanti nazionalismi e il venire a confliggere di questi, due guerre mondiali, le strategie, le azioni e le violenze sopraffattrici del fascismo italiano, del nazismo e, infine, del comunismo jugoslavo. Ce n’è abbastanza per sollecitare il mondo della scuola a confrontarsi con tali problematiche che, grazie a questo documento e al ricco apparato di allegati che esso propone, i docenti possono affrontare con maggiore sicurezza.


Tra utilità e criticità: riflessione sulle linee guida per la didattica della Frontiera adriatica
Štefan Čok

Igor Pizzirusso ha intervistato Štefan Čok, docente di scuola e storico che ha dedicato il suo percorso di studi e ricerca all’approfondimento dei rapporti italo-sloveni dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri. Insieme a lui, abbiamo cercato di approfondire alcuni aspetti delle Linee guida per la didattica della Frontiera Adriatica. Un notevole sforzo di sintesi da parte del Ministero dell’Istruzione guidato da Patrizio Bianchi, con molti aspetti positivi e un’indubbia utilità per l’educazione civica, ma non scevro di lacune e criticità.


Il metodo degli EAS: una proposta per affrontare la crisi dell’insegnamento della storia e il confronto con il presente
Enrica Bricchetto

In questo articolo si propongono alcuni spunti di riflessione sull’insegnamento/apprendimento della storia nel complesso presente che stiamo vivendo in ordine al rapporto con la contemporaneità, con i consumi culturali di studentesse e studenti e con l’epistemologia della disciplina. Si presenta il metodo degli Episodi di Apprendimento Situato (EAS) nelle sue linee generali e in quelle specifiche relative alla disciplina storica, suggerendo un’idea di scuola che accolga l’innovazione entro la tradizione.


Studiare storia attraverso le fonti: i kit didattici
Laboratorio Lapsus

Il presente contributo offre tre esempi di kit o risorsa didattica sul tema della Seconda guerra mondiale: i bombardamenti alleati sull’Italia; la repressione del regime fascista e le deportazioni; il campo nazista di Bolzano. I kit sono costruiti attorno a pacchetti di fonti primarie su cui far lavorare la classe sia in presenza che a distanza. L’obiettivo primario dell’introduzione dei kit nella didattica della storia è quello di stimolare un apprendimento della storia che superi la conoscenza mnemonica tipica del manuale scolastico e consenta un approccio di analisi critica ai documenti fornendone gli strumenti adatti.


Riconciliazione: un percorso lungo e tortuoso. Spunti di riflessione dal 10° convegno ENRS
Chiara Nencioni

Il significato e il ruolo della riconciliazione nel contesto dei conflitti sia interni (e civili) che internazionali, e il raffronto tra le differenti modalità con cui essa è stata messa in atto nella storia europea del XX e XXI secolo, sono stati gli argomenti del 10th European Remembrance Symposium ENRS. Al centro della discussione c’è stato ovviamente il periodo del secondo dopoguerra, che ha visto un ampio spettro di iniziative di riconciliazione tese in un primo tempo a sanare i traumi della Seconda guerra mondiale, dell’Olocausto, dei crimini nazisti e di quelli comunisti, e in secondo momento a sciogliere i nodi legati alla decolonizzazione, fino ai tentativi parziali e ancora incompiuti di riconciliazione nell’Europa balcanica dopo le sanguinose guerre connesse alla dissoluzione della Ex Jugoslavia. Le considerazioni riportate di seguito cercano di fornire spunti per la riflessione dei docenti che devono insegnare questi aspetti della storia recente e che vogliano contribuire con la loro didattica al processo di peace building: programmi di scambio per alunni delle scuole secondarie, progetti culturali, sport di squadra che coinvolgono gli studenti sono strumenti utili ed essenziali per il superamento di divisioni etniche e settarie, che rappresenta un passo indispensabile per la riconciliazione.


Raccontare la storia del fascismo, tra continuità e rottura. Conversazione con Giovanni De Luna
Enrico Manera

Il centenario della Marcia su Roma e della presa del potere da parte del fascismo nel 1922 coincide con una fase di storia del presente che vede una campagna elettorale segnata da questioni che riguardano la memoria pubblica del fascismo.

Novecento.org ha incontrato Giovanni De Luna, storico contemporaneista e opinionista che da sempre si è occupato non solo di storia del fascismo e dell’antifascismo ma anche dell’uso pubblico della storia e della storia della memoria nell’Italia repubblicana. Con lui abbiamo ragionato sul significato, sul racconto e sulle interpretazioni del fascismo in occasione dell’uscita dell’Annale della Fondazione Feltrinelli, Fascismo e Storia d’Italia. A un secolo dalla Marcia su Roma. Temi, narrazioni e fonti da lui curato.

Tra i suoi libri recenti, ll partito della Resistenza. Storia del Partito d’Azione (1942-1947), Milano, UTET 2021 e Cinema Italia. I film che hanno fatto gli italiani, Milano, UTET 2021, ad attestare una pluralità di metodo e sguardo che si rivolge a fonti e linguaggi di diversa natura. De Luna negli anni ha posto attenzione alla formazione degli insegnanti e agli strumenti del lavoro didattico, come autore di fortunati manuali e come coordinatore di gruppi di lavoro sulla ricerca didattica (tra cui quello de I linguaggi della contemporaneità, https://www.mulino.it/isbn/9788815275462).


L’urban game prima e durante la pandemia: il caso di Milano45
Igor Pizzirusso e Giorgio Uberti

Milano45 è un urban game storico organizzato dall’Istituto nazionale Ferruccio Parri e progettato dall’associazione PopHistory, realizzato per la prima volta nell’aprile 2019, allo scopo di celebrare con una modalità innovativa il Settantesimo anniversario della fondazione dell’Istituto. La trama si sviluppa intorno all’arresto e alla liberazione di Parri, avvenute tra gennaio e marzo del 1945, accompagnando i giocatori in diversi luoghi significativi della Resistenza milanese e del contesto occupazionale nazifascista. Il successo di Milano45 è stato notevole, tanto che alla sua riproposizione l’anno successivo molti cittadini e diverse scolaresche hanno espresso il desiderio di parteciparvi. La pandemia di CoViD-19 ha purtroppo impedito di concretizzare nuovamente l’esperienza. Il protrarsi delle restrizioni anche nell’autunno del 2020 ha quindi indotto l’Istituto, e i due creatori del gioco, a progettare una versione on line del gioco. Ne sono emerse due versioni distinte: un’avventura a scenario e una realizzazione live, ma da remoto, utilizzando la piattaforma Zoom. Nell’articolo si parlerà di questa seconda versione.


Igiaba Scego: un’intervista a partire da “Figli dello stesso cielo”
Gianluca Gabrielli

Per vedere emergere uno sguardo critico sul passato coloniale dell’Italia si sono dovuti attendere diversi decenni. Tale sguardo sembra tuttavia confinato soprattutto a spazi specialistici, riservati agli studiosi o agli studenti di storia, mentre ancora latita al di fuori di questa cerchia ristretta e fatica a farsi strada nel senso comune. La scuola e il mondo giovanile rimangono, ad esempio, due ambiti nei quali il tema della storia critica del colonialismo italiano emerge con difficoltà. A partire da queste queste riflessioni generali, Novecento.org ha deciso di intervistare la scrittrice e ricercatrice Igiaba Scego, autrice del recente romanzo per ragazzi Figli dello stesso cielo, dedicato proprio alle vicende del colonialismo italiano.


Beppe Fenoglio, scrittore e partigiano. Una proposta didattica per la conclusione del centenario
Enrica Bricchetto e Enrico Manera

Alle ultime battute del centenario della nascita di Beppe Fenoglio, Enrica Bricchetto e Enrico Manera raccontano un’esperienza didattica proposta nella prima edizione del corso di formazione per insegnanti Verso il 25 aprile, a cura di Istoreto. (http://www.istoreto.it/approfondimenti/resistenza-e-liberazione/resistenza-e-liberazione-laboratorio-didattico/)


Le memorie del Vajont
Enrico Bacchetti

Proposta didattica con le fonti per far lavorare e riflettere studenti e studentesse sul disastro del Vajont (9 ottobre 1963). Per il tema trattato, la traccia è particolarmente indicata per essere inserita nelle attività funzionali a rispondere alle esigenze dell’asse riguardante ambiente e sostenibilità della legge sull’insegnamento dell’educazione civica. La proposta didattica è stata non a caso inclusa tra i Workshop della Summer school 2021 dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, intitolata “Sviluppo sostenibile, ambiente e patrimonio nell’Educazione civica. La centralità della Storia”.


Insegnare l’Alto Adige tra guerra, deportazione e Memoria. StoryMap come strumento didattico per la classe
Antonella Tiburzi

La storia del confine dell’Alto Adige/Sudtirolo si presenta come complessa e particolarmente articolata. Il suo insegnamento nelle scuole della Provincia autonoma di Bolzano e anche nel resto di Italia, può giovarsi di alcuni strumenti didattici e digitali che si approcciano alle tematiche in questione in una modalità geostorica. Tra questi c’è sicuramente ArcGIS StoryMap, le cui potenzialità sono esplorate all’interno del testo, con proposte concrete e operative per un uso ottimale della piattaforma.


(Non) Sono come Noi. Un percorso storico sulle discriminazioni nelle scuole secondarie di primo grado
Carlo Arrighi

Dalla ricerca compiuta durante il percorso dottorale sul tema della barbarie nella fase storica attuale e in quella tardoantica da essa richiamata, è emerso come la relazione tra Identità e Alterità sia molto spesso determinata da fenomeni sociali e culturali dai possibili effetti destabilizzanti, che vedono lo straniero venire sempre più additato quale capro espiatorio di ogni problema e criticità. I risultati della ricerca hanno posto le basi per un percorso laboratoriale con le classi della scuola Secondaria di primo grado, finalizzato all’acquisizione di un metodo critico e alla sua applicazione all’ odierna comunicazione in tema di Alterità. L’obiettivo è offrire competenze utili a tratteggiare quadri interpretativi della realtà che aiutino a non cadere nelle trappole di stereotipi e pregiudizi diffusi da un’informazione non sempre sana e corretta, che troppo spesso classifica l’Alterità in ottica meramente discriminatoria.