I garofani audaci e sfortunati di Quevedo
Questo scritto legge un sonetto d’amore di F. de Quevedo tenendo
in considerazione e discutendo le interpretazioni tradizionali,
ma ponendo particolare attenzione al suo sviluppo straordinariamente
simmetrico. All’interno della tradizione petrarchista, questo
sonetto costituisce una notevole variante: non ci sono pene d’amore,
ma aggressione e sconfitta. L’analisi esplora la ricca elaborazione
quevediana di campi semantici diversi, da quello psicologico a quello
religioso a quello civile, e conclude sottolineando il trionfo di un
gioco barocco in cui non è l’Amore che uccide ma la Bellezza.
This essay reads one of Quevedo’s love sonnets discussing
traditional interpretations, but taking into a particular consideration
the extraordinary symmetry of its development. In the Petrarchan
tradition, this sonnet results in an important variant: there are not
love’s labours but aggression and defeat. The analysis explores
Quevedo’s rich elaboration of different semantic areas: from the
psychological one to the religious one to the civil one, and concludes
underlining the triumph of a baroque game in which, out of tradition,
there is not death for love. The killer is not Love but Beauty.