Tradurre l’allegoria: Convivio II, i

Autore: Albert Russell Ascoli
In: Critica del testo. XIV/1, 2011
doi:10.1400/176999
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Abstract

Tradurre l’allegoria: Convivio II, i

Il saggio – che deriva da una complessiva reinterpretazione della crescente coscienza di Dante di sé come "autore moderno" – offre una lettura di Convivio II.1 al fine di: segnalare l’importanza di studi interpretativi accurati delle cosiddette "opere minori" di Dante in sé e per sé (e non come introduzioni alla Commedia); esporre punto per punto come, nel Convivio, Dante "traduca" due distinte modalità di lettura e di scrittura allegoriche della cultura latina "alta" in strumenti per "legittimare" la nascente tradizione in volgare e il proprio posto al suo interno; riorientare l’annosa querelle intorno all’innovativa applicazione dantesca del modello esegetico biblico per descrivere la propria pratica di auto-commento, allo scopo di sottolineare invece la sua parimenti nuova insistenza sul ruolo cruciale del senso letterale, sia poetico sia scritturale, per la comprensione di qualsiasi testo.

This essay – an offshoot of a much broader reinterpretation of Dante’s evolving sense of himself as a "modern author" – offers a reading of Convivio II.1, with the triple aim of (a) suggesting the value of close interpretative studies of Dante’s "opere minori" in and of themselves (and not merely as preludes to the Commedia); (b) detailing the ways in which Dante here "translates" distinct two modes of allegorical reading and writing from "High" Latin culture into instruments for "authorizing" the nascent vernacular tradition and his own place within it; (c) reorienting the long-running querelle surrounding the poet’s innovative appropriation of the model of Biblical exegesis to describe his own practice of self-commentary in order to emphasize instead his equally novel insistence upon the crucial role of the literal sense, whether poetic or scriptural, to understanding of any text.