Da Beatrice a Fiammetta. Prime risposte boccacciane, al modello autobiografico dantesco

Autore: Alessia Ronchetti
In: Critica del testo. XIV/1, 2011
doi:10.1400/177009
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Abstract

Da Beatrice a Fiammetta. Prime risposte boccacciane al modello autobiografico dantesco

La porzione narrativa comprendente l’incontro, l’innamoramento e la dolorosa separazione rispetto alla donna amata, che struttura l’autobiografia dantesca nella Vita Nuova, assume regolarmente una funzione paradigmatica nelle opere giovanili di Giovanni Boccaccio. E proprio l’ipotesi di una forte ambivalenza nei confronti del modello dantesco può spiegare in parte lo sperimentalismo boccacciano nel campo della ricerca (auto-)biografica, che si esprime per esempio nel fenomeno ben noto della proliferazione dei doppi autoriali. All’interno di questo percorso di ricerca Boccaccio si confronta con la questione dell’autorità femminile e la funzione di questa nella procedura di autorizzazione del discorso letterario. In relazione a queste tematiche, l’analisi sviluppata in questo saggio si sofferma in particolare su alcuni luoghi del Filocolo e del Trattatello in laude di Dante. L’intento è di evidenziare affinità e differenze ideologiche tra questi due testi, che segnalano tradizionalmente due diversi momenti dell’indagine (auto-)biografica boccacciana, al fine di contribuire alla costruzione di un’immagine complessa del rapporto genealogico tra Boccaccio e il suo maestro, nella quale risultano evidenti l’esigenza di autoriconoscimento ma anche quella di differenziazione, con conseguenze importanti anche nella ridefinizione del rapporto tra auctoritas maschile e femminile.

The narrative segment of Dante’s autobiography in the Vita Nuova consisting of the meeting with, falling in love with, and painful separation from the beloved woman regularly assumes a paradigmatic function in the early works of Giovanni Boccaccio. The hypothesis of a strong ambivalence towards the Dantean model could in part explain Boccaccio’s experimentalism in the field of (auto-)biography, which manifests itself, for example, in the well-known phenomenon of the proliferation of authorial doubles. This direction of enquiry presents Boccaccio with the question of female authority and of the function of this authority in the process of authorising literary discourse. Regarding this topic, the analysis developed in this essay focuses in particular on certain passages in the Filocolo and the Trattatello in laude di Dante. The intention is to prove ideological affinities and differences between these two texts, which traditionally mark two different moments in Boccaccio’s (auto-)biographical research, in order to contribute to the construction of a complex picture of the genealogical rapport between Boccaccio and his maestro, revealing the necessity of self-recognition but also that of differentiation, with important consequences also for the redefinition of the rapport between male and female auctoritas.