Dante, Iacomo della Lana e il canto 26 dell’Inferno: a proposito di Ulisse e degli estremi limiti dell’ecumene

Autore: Silvano Peloso
In: Critica del testo. XIV/2, 2011
doi:10.1400/177103
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Abstract

Dante, Iacomo della Lana e il canto 26 dell’Inferno: a proposito di Ulisse e degli estremi limiti dell’ecumene

Il commento di Iacomo della Lana al canto 26 dell’Inferno, in cui viene introdotto a sorpresa il toponimo Safin ad identificare le tradizionali Colonne d’Ercole, ha creato non poco imbarazzo alla critica dantesca, alle prese, sull’argomento, con scarsi e vaghi riferimenti storico-geografici. Sarà allora proprio la letteratura, con le sue incursioni nei territori del mito, a svelare l’arcano, aprendo a nuovi orizzonti, che illuminano una storia dimenticata dell’Europa del mare e dei mercanti.

Iacomo della Lana’s comment of canto Inferno 26 and in particular vv. 106-111, where the toponym of Safin is introduced to identify the traditional Pillars of Hercules, has raised several issues in Dante’ studies. Critics still struggle with few and distant historical and geographical references. Literature, however, and mostly myth may solve the mystery, opening new horizons that give light to a forgotten history of Europe, its seas and merchants.