Cavalcanti e la pastorella

Autore: Luciano Formisano
In: Critica del testo. IV/1, 2001
doi:10.1400/121514
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Abstract

Cavalcanti e la pastorella
Se Era in penser può essere considerata come una pastorella “oggettiva” che sfuma nel tipo più generale della chanson de rencontre (ciò che rende possibile l’elaborazione di una poetica della peregrinatio Amoris), In un boschetto si presenta come un calco formale della pastorella oitanica del tipo detto “classico”, di cui viene saggiata programmaticamente la soluzione dell’amore possibile. Ma la letteratura oitanica, la pastorella in particolare, ha lasciato anche altre tracce: non solo, com’è ovvio, nel controcanto parodico di Lapo degli Uberti, ma anche nello scambio di sonetti con Bernardo da Bologna (che a sua volta si collega alla ballata delle foresette e alla storia della Mandetta), mentre alla parodia di Lapo potrebbe connettersi la stessa risposta di Guido a Gianni Alfani. Di contro, non sembra dimostrata l’ipotesi recente di una conoscenza della lirica galego-portoghese, che Cavalcanti avrebbe acquisito durante il presunto pellegrinaggio a Santiago de Compostela, nei confronti del quale il sonetto di Niccola Muscia non si presta necessariamente a estrapolazioni di tipo biografico.

This study of the ballads Era in penser and In un boschetto shows that Cavalcanti followed the French pattern of the “pastourelle”. In the case of the first ballad, the genre “pastourelle” would seem to merge with the more generic chanson de rencontre, while in the second Cavalcanti has deliberately adopted the pattern of the so-called “pastourelle classique”. Furthermore, traces of the “pastourelle” and French literature in general can also be detected in Lapo degli Uberti’s parodic poem, as well as in the sonnets exchanged with Bernardo da Bologna (a possible link may also be considered between Guido’s reply to Gianni Alfani’s sonnet and Lapo’s parody). On the contrary there is no evidence that Cavalcanti was aware of Galician-Portuguese lyric poetry, a mere hypothesis suggested by Aurelio Roncaglia on the grounds of Guido’s presumed visit to Santiago de Compostela.