Il tatto e il desiderio in una querelle trobadorica : Bernardo di Ventadorn e Marcabruno

Autore: Gaia Gubbini
In: Critica del testo. VIII/1, 2005
doi:10.1400/118476
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Abstract

Il tatto e il desiderio in una querelle trobadorica: Bernardo di Ventadorn e Marcabruno
Nel corpus lirico di Bernardo di Ventadorn la dimensione sensoriale e in particolare il senso del tatto sono una presenza rilevante. La lirica bernardiana si concentra prevalentemente sull’osculum, e quindi sul binomio “tatto + gusto”, in una compartecipazione di sensi che trova un parallelo nella progressione dei gradus amoris. Tuttavia, nel testo Be·m cuidei de chantar sofrir (BdT 70, 13) il trovatore sembra richiedere dopo il bacio anche il plus, termine di cui si analizza la possibile semantica in ambito d’oc e d’oïl. La lirica bernardiana in questione riprende per opposita alcuni luoghi marcabruniani: la richiesta tattile e la posizione ideologica sull’amore qui enunciata da Bernardo appaiono dunque costruite su una polemica anti-marcabruniana. Al testo bernardiano sembra poi legarsi anche il componimento di Peire d’Alvernhe Bel m’es quan la roza floris, attraverso riprese di rimanti e di singoli lessemi: tale legame ci offrirebbe la possibilità di collocare la lirica di Bernardo prima del 1157- 1158, anni già individuati per il testo di Peire.

In the corpus of lyrics by Bernard of Ventadorn, there is a considerable sensory dimension, particularly that of the sense of touch. Bernard’s lyrics concentrate above all on the osculum, and therefore on the combination of touch and taste, a collaboration of the senses parallel to that of progression in the gradus amoris. However, in the text Be.m cuidei de chantar sofrir (BdT 70, 13), the troubadour seems to ask for a plus after the kiss, and we analyse here the semantics of this term in both langue d’oc and langue d’oil. In the lyrics examined, Bernard recovers per opposita some of Marcabruno’s passages: the tactile request and the ideological stance announced by Bernard seem to be inspired by a polemic against Marcabruno. Moreover, the composition Bel m’es quan la roza floris by Peire d’Alvernhe seems to be linked with Bernard’s text through a series of rhymes and single lexemes; these links offer the opportunity to place Bernard’s lyrics before 1157-1158, the years during which Peire’s text has been collocated.