Boccaccio alla Sapienza : un frammento sconosciuto del Filocolo (e alcune novità inotrno ad Andrea Lancia)

Autore: Marco Cursi
In: Critica del testo. X/3, 2007
doi:10.1400/118595
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Abstract

Boccaccio alla Sapienza: un frammento sconosciuto del Filocolo (e alcune novità intorno ad Andrea Lancia)
Nella raccolta di originali conservati presso la Biblioteca del Dipartimento di studi sulle società e culture del medioevo dell’Università di Roma “La Sapienza”, ancora privi di un catalogo, è stato rinvenuto un frammento finora sconosciuto di un codice di probabile origine fiorentina, risalente agli inizi del sec. XV, nel quale era trascritto il Filocolo di Giovanni Boccaccio. Il copista si serve di un particolare segno diacritico per evidenziare la presenza dell’accento sulla terza persona verbale del verbo essere; l’iniziatore di tale uso fu forse Andrea Lancia, secondo quanto attestato dai suoi manoscritti autografi; ad essi si deve aggiungere un codice qui segnalato per la prima volta contenente il volgarizzamento delle Esposizioni dei Salmi di Agostino e la Somma di vizi e di virtù di Guglielmo Peraldo, caratterizzato da molte notazioni di mano del Lancia apposte in margine e in interlinea.
Among the manuscript materials housed in the library of the Dipartimento di Studi sulle Società e Culture del Medioevo at the University of Rome “La Sapienza”, I have come across a fragment, hitherto uncatalogued and unknown, which belongs to a Florentine manuscript datable to the beginnings of the XVth century in which part or all of Boccaccio’s Filocolo was copied, and which is notable, among other things, because the person responsible for copying the text used a special sign to distinguish e ‘and’ from è ‘is’. Maybe Andrea Lancia initiated this use, as the very same sign can be found in his autograph manuscripts. I have discovered some previously unattributed autograph notes written by Lancia in the margins of a manuscript containing a volgarizzamento of the Esposizioni dei Salmi di Agostino and of the Somma di vizi e di virtù by Guglielmo Peraldo, in which again that particular diacritic is to be found.